Energia Vitale: 30+ modi per trovare il Ki (1ª parte)

Data: 13 gennaio 2014 Autore: Stefano Bresciani

trovare il ki Da oggi voglio focalizzarti sull’importanza dell’ energia vitale. Come trovare il ki nelle arti giapponesi, ch’i in quelli cinesi o prana nelle discipline di origine indiana quali lo yoga? Voglio condividere con te, caro lettore, la consapevolezza che quest’energia possa davvero fare la differenza nella pratica di un’arte marziale e in particolar modo in quelle del Budo giapponese.

Se vuoi fare questo passo avanti nella comprensione della disciplina da te praticata o che ti affascina maggiormente, che magari vorresti provare ma non ne sei pienamente convinto… io sono qui! Per darti la spinta giusta. Il mio scopo è farti cambiare marcia in seno all’arte da te scelta o che vorresti scegliere una volta per tutte.

Ecco tutti i modi possibili con cui sino a oggi ho sperimentato, sentito e migliorato la consapevolezza nell’esistenza di questa energia. 30 modi ai quali potrai un giorno, magari già da oggi o in uno dei prossimi articoli, aggiungerne altri. Tutto questo per puro spirito di condivisione su ciò che ha funzionato nella mia vita, e magari anche nella tua…

#1° modo: Aikido, arte marziale giapponese

L’aikido è la disciplina che mi consente di sentire l’energia vitale a ogni lezione, ogni stage, quasi durante ogni tecnica. Probabilmente perché è l’attività a cui dedico la maggior parte del mio tempo “marziale”. È anche la disciplina che mi ha fatto sudare più di sette camicie prima di sentire il ki. Lo ricordo come fosse ieri: seminario scuola KaiShinKai in quel di Aosta, febbraio 2009. Un freddo cane fuori, poi pratico a tu per tu col M° Bill Harris, 7° dan più che ottantenne con diversi interventi chirurgici, un by-pass e un sorriso, mamma mia, fuori del comune. Pratico con gioia, sudore e attenzione quando esco il calore mi pervade dalla testa ai piedi!! In hakama e budogi trangugio i miei panini imbottiti con il “lard d’Arnad”… tripudio e soddisfazione, finalmente ho sentito il Ki dopo 6 anni di Aikido! (o sarà stato il panino al lardo?)

#2° modo: Karate-do, arte marziale giapponese

Quando praticavo karate avevo diversi insegnanti e un vero Maestro. Colui che mi ha incanalato sulla via del Ki alle porte del nuovo millennio. Correva l’anno 1999 e il buon Sergio mi disse «comprati il libro sul ch’i kung e prova gli esercizi.. c’è qualcosa oltre le tecniche di karate, che col karate facciamo fatica a capire… vedrai che funzioneranno anche con Te» Comprai il libro, lo lessi, lo rilessi, letteralmente ne consumai le pagine studiando e ristudiando le forme di ch’i kung, provandole e riprovandole. Poi arrivò una sorta di illuminazione a occhi aperti: tutto è già dentro di me. E iniziai ad applicare il ki anche nel karate, solo che dopo pochi mesi cambiai arte marziale…

#3° modo: Kendo, arte marziale giapponese

Qualcosa di molto simile al Kendo l’ho visto e sentito, pur praticando con dei simpaticissimi shinai di gomma e un caschetto. Hai capito bene. Non ho alcun problema a svelarti che con semplici riproduzioni in gomma e una normale protezione per la testa è possibile sentire il ki, nostro e del compagno di pratica, quando il gioco si fa duro. Bellissime scosse di adrenalina quando si colpisce e si viene colpiti ma è molto di più, un mix di paura e coraggio che mi hanno permesso di prendere colpi e di assestarli, pur conoscendo vagamente le tecniche, con una grande carica di energia vitale, anche solo simulando un combattimento di Kendo.

#4° modo: Kyudo, arte marziale giapponese

Sono nuovamente più che sincero. Non è esattamente il kyudo che ho sperimentato ma il tiro con l’arco occidentale, solo che in quella frazione di tempo era imbevuto di zanshin allo stato puro. Ho fatto centro. Già, al luna park durante l’ultima serata di vacanza al mare, nel giugno 2013, ho fatto più volte centro. Non era difficile, certo, ma ho fatto centro non con la tecnica (che conosco a malapena) ma con l’intenzione. L’intenzione di vincere un premio per la mia primogenita. E così è stato!

#5° modo: Iaido, arte marziale giapponese

Lo Iaido è energia allo stato puro. Ha solo un difetto, come l’Aikido, richiede tempo e pazienza per poter sentire il ki. Prima bisogna trovare consapevolezza nei movimenti, del proprio corpo che si estende fin dove arriva la punta della spada. Poi bisogna far scorrere l’energia dal proprio dan tien alle proprie mani e infine alla spada. Mica roba da poco! C’è voluto tempo per rendermene conto, centinaia di ore sul tatami e nell’erba per assaporare il gusto di praticare Iaido con energia vitale, diversamente è solo un insieme di movimenti codificati.

Ci ritroviamo su BudoBlog tra 7 giorni, per la seconda affascinante parte!

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Bio
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Nato e residente a Leno (BS) studio e pratico arti marziali dal 1994. Ho iniziato col Karate ma dopo aver insegnato per alcuni anni e ottenuto la cintura nera 3° dan ho dovuto abbandonare a causa di problemi fisici e non solo... Ho intrapreso la pratica dell'Aikido nel 2003 per stare meglio con il corpo e dopo aver superato l'esame di 2° dan ho avviato l'insegnamento nella Bushidokai ShinGiTai, associazione che ho fondato nel 2009 in qualità di Presidente. Dopo aver ricevuto il 1° livello Reiki nel 2005 ho iniziato a praticare Tai Chi, Iaido (ora cintura nera) e meditazione (Zen è la mia preferita), applicando con successo l'energia vitale in qualsiasi attività lavorativa (geometra è il mio impiego principale) e relazionale (sono felicemente sposato e padre di due splendide bimbe). Ho scritto il libro "105 modi per conoscere l'Oriente" e una trilogia di ebook sul benessere con la Bruno editore.