La prima impressione che si ha indossando gli occhiali forniti dai tecnici dell'Eni e varcando la soglia della cosiddetta "aula Cave", in funzione da pochi mesi, è quella di vivere una sorta di esperienza extracorporea, in cui si ha a che fare con un mondo "vivo e pulsante", ma assolutamente virtuale. Proprio come accade nel cinema o in certi romanzi di fantascienza. E come hanno nei decenni auspicato figure passate alla storia come Jaron Lanier, inventore del termine "virtual reality" e William Gibson, coniatore di "cyberspazio". Ci si muove in un'area di circa sette metri quadrati, circondati da cinque pareti (di cui quattro retroproiettate), interagendo con strutture fisicamente percepibili, ma del tutto inesistenti; grazie anche a speciali pantofole che registrano i movimenti, permettendo di vivere in 3d, e analizzare nei dettagli una strada, un albero, un parcheggio, e a software studiati appositamente per conferire il massimo realismo alla scena. E' uno dei risultati più interessanti ottenuti dall'Eni, all'indomani dello stanziamento di 90 milioni di euro per implementare una nuova classe di professionisti, perfettamente al passo coi tempi e le esigenze del mercato; che sappia destreggiarsi non solo dal punto di vista teorico, ma anche pratico. «Si tratta di un’affascinante e divertente immersione nella realtà virtuale, che stimola e facilita l’apprendimento e costituisce una fase propedeutica alla reale azione sugli strumenti di controllo degli impianti industriali», spiega Gianluigi Castelli, Vice President ICT di Eni. L'aula Cave è un luogo di esercizio, uno spazio virtuale "immersivo" e stereoscopico, che consente di interfacciarsi con scenari simulati che riproducono ambienti reali, stuzzicando i sensi, in particolare la vista. Piattaforme petrolifere, trasporto di greggio, colonne di distillazione, pozzi di perforazione, benzinai, prenderanno vita tramite schermi retroproiettati, consentendo agli ingegneri di comprendere dinamiche meccaniche altrimenti impossibili da decifrare, se non sul posto di lavoro, spesso lontanissimo da casa. «Lo scenario visualizzato nella Cave», continua Castelli, «viene costantemente ricostruito dinamicamente in funzione della posizione e del movimento della persona all’interno dell’ambiente, creando una vera e propria sensazione di immersività». I primi a usufruire di questo servizio saranno i neo progettisti e gli operatori degli impianti delle società del gruppo, con corsi in cui l'attività pratica occuperà un ruolo prioritario. Ma potranno utilizzarla anche figure già rodate, intente allo sviluppo di progetti innovativi, e alla preparazione di nuovi materiali o prodotti. L'esperienza Eni è l'ennesimo traguardo raggiunto nel campo della realtà virtuale, che sempre più spesso è impiegata in ambito industriale, dalla medicina, all'ingegneria navale, dall'industria miliare, alla microbiologia. Non è dunque lontano il giorno in cui, come dice Morpheus, capitano della città di Zion, nel film Matrix, "non sapremo più distinguere il mondo dei sogni da quello della realtà".
I rifornimenti del futuro:
Una stazione di servizio iper-tecnologica, dove fermarsi a fare benzina in modo rapido e sicuro: è la prima simulazione realizzata con successo nell'aula Cave. Fra pochi anni potrebbe già essere operativa, a San Donato Milanese e a Roma. Si tratta di un'area di rifornimento dotata di numerosi strumenti hitech, pensati per rendere agevole ogni operazione svolta dal benzinaio. Per arrivare a questo risultato i tecnici dell'Eni hanno percorso in lungo e in largo l'Italia nel 2013, evidenziando gli aspetti meno simpatici legati alle stazioni di servizio tradizionali, tipo quello di dover spendere parecchio tempo prima di rifornirsi, perché manca l'addetto alle pompe o il bancomat non funziona. La stazione di servizio del futuro funzionerà grazie all'energia pulita. Si otterrà da una serie di pannelli fotovoltaici posti sul tetto della struttura, disposti in modo esagonale per ottimizzare gli spazi (proprio come fanno le api quando costruiscono un alveare o i fiocchi di neve quando si formano). Altra energia deriverà dalle pale eoliche, poste nelle vicinanze dell'area di rifornimento e da "tappeti hitech", in grado di "assorbire" e trasformare l'energia cinetica dei veicoli. Grande importanza avranno i bracci robotici che si sostituiranno agli arti del benzinaio, e consentiranno di riempire il serbatoio senza scendere dall'auto. Il pagamento sarà semplificato dall'impiego di un'app connessa alla carta di credito (e dunque di uno smartphone) che permetterà passaggi di denaro senza dover utilizzare i contanti o il bancomat. Il servizio si baserà su sistemi di riconoscimento tramite cellulare, lettura della targa e chip che permetteranno al cliente di muoversi verso la pompa di benzina libera più adatta alla sua tipologia di macchina.
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La prima impressione che si ha indossando gli occhiali forniti dai tecnici dell'Eni e varcando la soglia della cosiddetta "aula Cave", in funzione da pochi mesi, è quella di vivere una sorta di esperienza extracorporea, in cui si ha a che fare con un mondo "vivo e pulsante", ma assolutamente virtuale. Proprio come accade nel cinema o in certi romanzi di fantascienza. E come hanno nei decenni auspicato figure passate alla storia come Jaron Lanier, inventore del termine "virtual reality" e William Gibson, coniatore di "cyberspazio". Ci si muove in un'area di circa sette metri quadrati, circondati da cinque pareti (di cui quattro retroproiettate), interagendo con strutture fisicamente percepibili, ma del tutto inesistenti; grazie anche a speciali pantofole che registrano i movimenti, permettendo di vivere in 3d, e analizzare nei dettagli una strada, un albero, un parcheggio, e a software studiati appositamente per conferire il massimo realismo alla scena. E' uno dei risultati più interessanti ottenuti dall'Eni, all'indomani dello stanziamento di 90 milioni di euro per implementare una nuova classe di professionisti, perfettamente al passo coi tempi e le esigenze del mercato; che sappia destreggiarsi non solo dal punto di vista teorico, ma anche pratico. «Si tratta di un’affascinante e divertente immersione nella realtà virtuale, che stimola e facilita l’apprendimento e costituisce una fase propedeutica alla reale azione sugli strumenti di controllo degli impianti industriali», spiega Gianluigi Castelli, Vice President ICT di Eni. L'aula Cave è un luogo di esercizio, uno spazio virtuale "immersivo" e stereoscopico, che consente di interfacciarsi con scenari simulati che riproducono ambienti reali, stuzzicando i sensi, in particolare la vista. Piattaforme petrolifere, trasporto di greggio, colonne di distillazione, pozzi di perforazione, benzinai, prenderanno vita tramite schermi retroproiettati, consentendo agli ingegneri di comprendere dinamiche meccaniche altrimenti impossibili da decifrare, se non sul posto di lavoro, spesso lontanissimo da casa. «Lo scenario visualizzato nella Cave», continua Castelli, «viene costantemente ricostruito dinamicamente in funzione della posizione e del movimento della persona all’interno dell’ambiente, creando una vera e propria sensazione di immersività». I primi a usufruire di questo servizio saranno i neo progettisti e gli operatori degli impianti delle società del gruppo, con corsi in cui l'attività pratica occuperà un ruolo prioritario. Ma potranno utilizzarla anche figure già rodate, intente allo sviluppo di progetti innovativi, e alla preparazione di nuovi materiali o prodotti. L'esperienza Eni è l'ennesimo traguardo raggiunto nel campo della realtà virtuale, che sempre più spesso è impiegata in ambito industriale, dalla medicina, all'ingegneria navale, dall'industria miliare, alla microbiologia. Non è dunque lontano il giorno in cui, come dice Morpheus, capitano della città di Zion, nel film Matrix, "non sapremo più distinguere il mondo dei sogni da quello della realtà".
I rifornimenti del futuro:
Una stazione di servizio iper-tecnologica, dove fermarsi a fare benzina in modo rapido e sicuro: è la prima simulazione realizzata con successo nell'aula Cave. Fra pochi anni potrebbe già essere operativa, a San Donato Milanese e a Roma. Si tratta di un'area di rifornimento dotata di numerosi strumenti hitech, pensati per rendere agevole ogni operazione svolta dal benzinaio. Per arrivare a questo risultato i tecnici dell'Eni hanno percorso in lungo e in largo l'Italia nel 2013, evidenziando gli aspetti meno simpatici legati alle stazioni di servizio tradizionali, tipo quello di dover spendere parecchio tempo prima di rifornirsi, perché manca l'addetto alle pompe o il bancomat non funziona. La stazione di servizio del futuro funzionerà grazie all'energia pulita. Si otterrà da una serie di pannelli fotovoltaici posti sul tetto della struttura, disposti in modo esagonale per ottimizzare gli spazi (proprio come fanno le api quando costruiscono un alveare o i fiocchi di neve quando si formano). Altra energia deriverà dalle pale eoliche, poste nelle vicinanze dell'area di rifornimento e da "tappeti hitech", in grado di "assorbire" e trasformare l'energia cinetica dei veicoli. Grande importanza avranno i bracci robotici che si sostituiranno agli arti del benzinaio, e consentiranno di riempire il serbatoio senza scendere dall'auto. Il pagamento sarà semplificato dall'impiego di un'app connessa alla carta di credito (e dunque di uno smartphone) che permetterà passaggi di denaro senza dover utilizzare i contanti o il bancomat. Il servizio si baserà su sistemi di riconoscimento tramite cellulare, lettura della targa e chip che permetteranno al cliente di muoversi verso la pompa di benzina libera più adatta alla sua tipologia di macchina.
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