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"Enkay Nanyokie" /Richard Crompton racconta /Scaffale libri

Creato il 24 ottobre 2013 da Marianna06

 

  

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C’è stato un tempo in cui Nairobi si fermava di domenica.

A parte le chiese, gli unici esercizi aperti erano alcuni negozi musulmani nella zona di Eastleigh. Ora la domenica è un giorno come un altro.
E quando viene trovato il cadavere di una prostituta della zona, uccisa in modo brutale, può capitare che anche un agente della polizia come Mollel, ex guerriero Maasai, debba rinunciare al meritato riposo e cominciare immediatamente con le indagini. Si tratta di un’infibulazione finita male? O forse la giovane è stata massacrata dal suo protettore, o magari da un cliente? Mollel è deciso a scoprire la verità a tutti i costi, senza curarsi delle conseguenze, anche se si tratta di ignorare gli ordini dei propri superiori, preoccupati innanzitutto per le elezioni che stanno sconvolgendo l’intero paese. Il suo istinto da guerriero lo porta a scoprire che, sotto quello che sembrava un semplice omicidio, si annida un caso complesso.
La città di Nairobi, con le sue idiosincrasie e particolarità, prende vita nelle pagine del romanzo, che pullula di personaggi vivaci, pieni di brio. C’è, innanzitutto, Mollel, protagonista irresistibile e unico. Egli è un guerriero Maasai dal cuore tenero. Spalleggiato dal collega Ngaira, un seduttore pasticcione con un irresistibile senso dell’umorismo ma amico sincero, Mollel è un eroe vero: impossibile non lasciarsi affascinare da un poliziotto che, sotto la scorza coriacea e la determinazione ferrea del guerriero, si mostra sensibile e vero. Gli elementi personali della sua esistenza, ben presenti nel corso della narrazione, non fanno che accrescerne l’umanità: gli sforzi per trascorrere più tempo con il figlio, le critiche della suocera, il dolore mai sopito per la morte della moglie, uccisa durante il bombardamento  all’ambasciata.  
Insieme a lui, protagonista  è naturalmente Nairobi, città africana crudele e meravigliosa, decadente e splendida.

 

Il titolo del romanzo di Richard Crompton ,giornalista inglese, che vive in Kenya dal 2005 e lavora anche per conto della BBC,”L’ora del Dio rosso(Giano editore-2013), sta significare qualcosa di particolarmente intrigante per noi lettori occidentali e cioè il tempo sopraggiunto di un Dio vendicativo, arrabbiato, ostile.

Quello che l’autore rapporta alle tragiche elezioni presidenziali e legislative ,avvenute in Kenya nel 2007, quando il Paese fu messo in ginocchio per la sfrenata competitività delle due parti avverse e per questo migliaia di persone inermi persero… e casa e vita. Oppure l’una oppure l’altra.

Braccate come bestie ,comunque, e messe letteralmente sulla strada da un nemico spietato che non praticava più certamente l’uso della ragione.

Il Dio rosso, nella cultura dei Maasai del Kenya, ha come antagonista,invece, il dio Nero e cioè un Dio che è quello dell’amore, della famiglia, della bontà.

 Il positivo, insomma, di una società allargata e collaborativa come lo è quella africana nei momenti migliori, in cui il “male”  viene arginato. Cosa che però , e come un po’ dappertutto, non è sempre.

Se il primo prevale sul secondo(Enkai nanyokie su Esaa Enkai nanyokie) , infatti, nella società, in ogni società e a qualunque latitudine, si scatena l’inferno e ne fanno le spese moltissimi innocenti.

Il pregio di questo romanzo,oltre alla piacevolezza dello stile agile e al coinvolgimento che ci offrono i personaggi della storia, è un farci riflettere su ciò che è stato e che potrebbe ripetersi da un momento all’altro nonostante la patina di modernità di cui si riveste l’Africa dei nostri giorni, le sue metropoli super abitate e supercaotiche, città appunto come Nairobi e non solo e, anche attualmente, alcuni suoi villaggi,in cui sono riusciti ad arrivare persino tv e cellulare.

 

“Le urne elettorali, dice Mollel a bassa voce, vengono sostituite prima di arrivare qui. Esatto, conferma l’uomo. Non tutte. Solo alcune di quelle che arrivano da determinati seggi. Quelle che bastano per spostare l’ago della bilancia.

Noi abbiamo iniziato a capirlo quando abbiamo riscontrato dei risultati assurdi. Ci troviamo di fronte un albo elettorale di distretti pieni di Luo e Lu hya con esiti del novanta, novantacinque per cento a favore del governo….voglio dire, capisco che il voto è segreto , ma sarebbe come se le galline votassero per uno sciacallo.

Suvvia, signori, credete forse che quelle urne non fossero già state riempite fino all’orlo dai voti a favore dell’opposizione ? Ognuno sta facendo il proprio gioco amici miei…noi cerchiamo solo di farlo meglio.”/ Reading (pag 246)

 

   a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 

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    Nairobi (Kenya) 

 


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