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Ennio AbateDialoghetto 2013 n.1 tra Samizdat e il Poeta esodante

Da Ennioabate

1980 circa IL MATTINO DELL'IMPIEGATO anni 80 circa

1

Samizdat -
Ti vedo mogio. Che succede? Hai perso l’ispirazione? Non hai vinto l’ultimo concorso di poesia indetto dall’assessorato di Vattelapesca? Per pubblicare l’editore piccolo-medio alla portata delle tue tasche ti ha chiesto troppo? Al reading della Casa della poesia, mentre leggevi, il pubblico è scappato via?

Il poeta -
Non bastonarmi anche tu. Che tempi! Ce l’avete tutti con noi poeti senza laurea!

Samizdat
No, no! Che vuoi che conti oggi una laurea! E in poesia poi chi te la dà? È tutto un fai-da-te (o un fai-per-te). Che confusione…

Il poeta -
Eppure ci son di quelli che si vantano d’essere poeti di serie A e ce l’hanno con noi, che saremmo di serie B o C e che, come funghi dopo un temporale, ci moltiplicheremmo fastidiosamente nel sottobosco della Poesia! Toh, leggi questo titolo:«I moltinpoesia: una genia ignorante e presuntuosissima di narcisi accecati, scribacchianti e sgomitanti».

Samizdat -
Eh, sì, caro mio! Sono finiti i tempi di Castelporziano (1), quando i famooosi Ginsberg e Corso leggevano sullo stesso palco assieme a poetanti e poetastri anonimi e improvvisati…

Il poeta -
Si sono quasi tutti pentiti di essersi mescolati con la plebaglia poetica! Oggi i loro cuori battono per l’aristocrazia…

Samizdat –
Ma esiste ancora un’aristocrazia? E in poesia?

Il poeta –
No, di certo. Ma oggi i cuori battono per gli Spiriti Magni di una volta. C’è chi propone di rivisitare il Castello di costoro (2) o di scalare nuovamente il Parnaso (o almeno dei monti analoghi). (3)

Samizdat –
Queste sono le fisime degli uomini senza qualità d’oggi. Secondo me è un bluff…

Il poeta -
Lo credo io pure. Lo fanno per confondere le idee, per svillaneggiare. Quasi li sento: «Ehi, pelandroni, salite anche voi se siete capaci!». Qualcuno si dà l’aria di averla persino scalata la Montagna degli Spiriti Magni. L’unica delle loro arrampicate documentate, però, per me è stata su per le scalinate di qualche grossa casa editrice o di qualche assessorato. Non mi va questa spocchia, capisci. I più tra di loro la lotta greco-romana con gli Spiriti Magni l’hanno fatta solo per finta. Te lo vedi uno di questi a sfidare Leopardi? Può solo sperare che la gobba gli sia d’impedimento. E io rabbrividisco al pensiero che con le loro chiacchiere sveglino lo spirto guerrier che rugge in Foscolo. Vedersela con Dante poi…

Samizdat –
Sono imprese cervellotiche per i poeti d’oggi, è vero. A scuola però mi dicevano che il passato, la Tradizioooone è importante. E saperne quasi nulla o ben poco, perché anch’io ho studiato in una scuola colabrodo, mi rode.

Il poeta -
Mettiti il cuore in pace. Nulla da fare. Ricordati di Palazzeschi

Infine io ò pienamente ragione,
i tempi sono molto cambiati,
gli uomini non dimandano
più nulla dai poeti,
e lasciatemi divertire!

Come fai a trovare un classico o uno spirito magno che stia giusto nelle pause che strappiamo al sonno, al lavoro, alle persone care, alle insidie della vita quotidiana, alla depressione per le continue brutte notizie? La lettura a spezzatino che potremmo fare di Omero o di Dante è la prova dell’abisso tra l’oggi e i tempi andati …

Samizdat -
Beh, allora che fai? Non mi dire che Palazzeschi, per divertirsi, si butterebbe nella Babele della TV o di Internet!

- Il poeta
No, no! Era solo per dire che mettersi oggi a scimmiottare gli Spiriti Magni mi pare una fesseria. Della deriva d’oggi e se sia possibile resistervi o bisogna annegarci volenti o nolenti parleremo al prossimo incontro. Ciao!

*Note

[1] Il Primo festival internazionale di poesia si tenne sulla spiaggia di Castelporziano nel 1979. Una testimonianza di Franco Cordelli e un video su http://asidel.wordpress.com/2011/01/11/le-manifestazioni-storiche-di-poesia/
[2] Degli ospiti del Castello degli spiriti magni (troiani e antichi romani, uomini e donne, nobili per nascita o di pensiero come filosofi,  poeti, medici, matematici e astronomi)  Dante fa un nutrito elenco nel canto IV dell’Inferno (vv. 106-151).
[3] Allusione ironica alla rivista di poesia “Il Monte Analogo” di Milano

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