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Enrico Berlinguer (25 maggio 1922 – 11 giugno 1984)

Creato il 11 giugno 2014 da Marvigar4

Enrico Berlinguer

Quando c’era Berlinguer il 30% degli italiani non aveva alcun timore a definirsi comunista, nemmeno Walter Veltroni, che poi è diventato notoriamente “kennedyano”. Oggi gli ultimi residui si dividono tra partitini, non leggono più Marx, Engels, Gramsci e, se lo fanno, trovano molta fatica a capirci qualcosa. Le eccezioni sono poche.

Quando c’era Enrico Berlinguer il Partito Comunista Italiano vinceva a mani basse nella città dov’era nato nel 1921… Oggi, a Livorno, vince il Movimento 5 Stelle…

Quando c’era Enrico Berlinguer la democrazia italiana era bloccata, schiava del pregiudizio (il famoso “fattore K” teorizzato da Alberto Ronchey), impedita da scelte “atlantiche” a realizzare un’alternativa. Oggi la democrazia italiana non è più bloccata, ma si stenta a riconoscerne i contorni, tra un centrosinistra che somiglia troppo al centrodestra, forze cosiddette radicali incapaci di convincere l’elettorato e gruppi neo-qualunquisti oscillanti tra il populismo e l’elitarismo di destra, centro e sinistra.

Quando c’era Enrico Berlinguer il mondo era diviso in due parti, quella occidentale sotto l’influenza americana e quella orientale sovietica, più un cosiddetto Terzo Mondo composto dai paesi non allineati. Oggi sono cadute le frontiere, c’è un unico mondo frastagliato e dominato dall’economia di mercato. La Cina è contemporaneamente il primo paese comunista e capitalista…

Quando c’era Enrico Berlinguer i protagonisti della vita politica italiana erano amati (spesso per motivi clientelari) o odiati dai cittadini, secondo l’antico adagio “piove, governo ladro”, ma, visti a distanza di trent’anni, avevano una preparazione, un linguaggio, il famigerato “politichese”, e un rispetto reciproco da far impallidire gli attuali rissosi politici italiani.

Quando c’era Enrico Berlinguer non esistevano Internet e i cellulari, non si tweettava, non ci si battibeccava su facebook, ma con i ciclostili, i volantini, la vendita diretta de “L’Unità” e le riunioni al partito la gente si vedeva, si incontrava e dialogava. Oggi la “rete” ha impigliato un po’ tutti.

Quando c’era Enrico Berlinguer avevo trent’anni di meno, le idee mi sembravano importanti, le lotte politiche assumevano un sapore romantico di sfida e di speranza, credevamo di poter cambiare il mondo anche intonando un canto.

mvg

http://www.enricoberlinguer.it/



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