Enrico Berlinguer, apprendista stregone

Creato il 17 aprile 2012 da Zamax

Per il nostro Presidente della Repubblica se l’Italia del volontariato è l’Italia migliore, quella della speculazione edilizia e dell’evasione fiscale non è nemmeno l’Italia peggiore, perché non merita di essere associata alla parola «Italia». Ha ragione: è lui che con quelle sciocche parole, si spera frutto di qualche bicchierino di troppo, rappresenta l’Italia peggiore. Riusciremo mai ad uscire da questa imbecillità collettiva, da questo compunto secessionismo antropologico, che mina le basi della società, per cui anche l’ultimo stronzetto con qualche fisima intellettuale per la testa e voglia di far carriera deve per forza iscriversi al partito, diciamo pure alla mafia dell’Italia migliore? Quale genere di consapevolezza, di senso della responsabilità potrà mai metter radici nel paese se nei media, nei luoghi di cultura, nelle istituzioni si riverisce chi dà dignità intellettuale allo spirito di fazione camuffato da moralismo da quattro soldi? Credersi «vittime» e credersi «onesti» è diventato uno sport nazionale a tutti i livelli, cosicché ogni tribù, anche quella statale, passa il tempo a difendere alla morte il proprio territorio e a protestare la propria probità, e la composizione responsabile di interessi nel breve termine contrastanti, cui la politica dovrebbe farsi carico, è diventata impossibile. L’immobilismo si è scaricato nel debito pubblico e nell’aumento del prelievo fiscale. L’unica politica concepibile, quella dell’estirpazione del male, della cacciata dei disonesti, dei parassiti: oggi i politici, gli evasori. Il mantra dell’Italia migliore contrapposta all’Italia peggiore è stato declinato in tutte le salse in questi decenni, dalle forme più brutali a quelle più sottili e riposte. Ha annebbiato le menti e permeato il linguaggio comune. Chi ha partecipato a questa pazzia adesso ha paura. «Se c’è qualcuno che pensa di stare al riparo dall’antipolitica si sbaglia alla grande. Se non la contrastiamo, spazza via tutti», dice ora Bersani, accusando certi «apprendisti stregoni», senza tuttavia fare mea culpa, come se l’antipolitica fosse nata qualche anno fa per uno strano accidente, o addirittura per colpa del Berlusca, che è in realtà vi mise argine.

No. L’antipolitica viene da lontano, ma se vogliamo cercare un padre a quella dei nostri tempi, ebbene quel padre c’è, ed è Enrico Berlinguer – da tutti o quasi riverito, guarda caso – l’ideatore di una «questione morale» sulla quale fondare una nuova «diversità» e nella quale i «veri» democratici dovevano riconoscersi. Non che fosse solo, ma fu lui, sciaguratamente, a dare dignità politica ad una sorta di guerra civile sottotraccia postcomunista. Fu lui il grande apprendista stregone. Tutto il fascino della «questione morale» sta nel settarismo, da sempre una delle vie più battute, ciniche ed elementari per arrivare al potere. Esso si muove come un nucleo compatto all’interno della società: attira ed intimidisce. Coloro che hanno pochi scrupoli l’abbracciano, gli altri vi si piegano. Col tempo la sua massa critica aumenta. Malauguratamente il potere acquisito non si può dividere con tutti all’infinito. E’ per questo che al suo interno si sviluppano altre sette. E quindi non è affatto strano, caro Bersani, che dopo aver fatta crescere questa mala pianta per decenni, ti trovi ficcato in un acronimo già abbastanza oggetto di pubblica infamia, ABC, che ricorda sinistramente quel CAF con cui vi gingillavate vanesi un quarto di secolo fa. Di infamia avete poi coperto per anni il Caimano, in Italia e all’estero. L’avete infine sloggiato dalla guida del paese sposando l’antipolitica «debole» dei poteri cosiddetti forti, fautori del governo tecnico, per ridare «dignità» al nome dell’Italia, credendo che potesse finire lì. Ora perfino il subcomandante Vendola e il celodurista Di Pietro sembrano dei personaggi con la testa sulle spalle rispetto ai sanculotti di Grillo. Ma certo non ti aspettavi che a spararti alla schiena fossero i signorini di Libertà e Giustizia. I montagnardi di Zagrebelsky, lo sai, parlano per sentenze. Questa è la tua:

Perché questa volta ABC hanno mostrato il vero volto della questione. I loro partiti, tutti i partiti, sono diventati delle scatole che valgono solo per la merce che contengono: i soldi dei cittadini. Non c’è un’idea di bene pubblico, in quelle scatole, non c’è un programma, non c’è una soluzione che riguardi sacrifici per tutti, non c’è una promessa di ricambio e di rinnovamento. C’è solo il mantenimento del potere economico, del “malloppo”.

E adesso forse capirai quell’Italia, peggiore, che tanto avete disprezzata, condannata in politica alla maledizione del primum vivere, che si affidò alla Democrazia Cristiana, al Pentapartito, e a Berlusconi.

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