“Ricordatevi, giovanotto, che noi napoletani non siamo dei lazzari scostumati ma uomini di carattere. Così è stato vostro nonno, così è vostro padre, così siate voi!” Ecco come Enrico De Nicola, primo Presidente della Repubblica Italiana difendeva la sua terra. Infatti, il primo Capo dello Stato nacque a Napoli nel 1877 da Angelo De Nicola e Concetta Capranica, studiò al liceo Classico Antonio Genovesi, sempre a Napoli, e si laureò in Giurisprudenza alla Federico II nel 1896.
Nella sua terra esercitò la professione di avvocato penalista raggiungendo, per le sue doti e la sua onestà professionale, riconoscimenti di livello nazionale. Per De Nicola l’avvocato doveva essere primo giudice del caso che trattava, quindi, era suo dovere etico e deontologico cercare la giustizia, non il mero guadagno. Non a caso era famoso, fra gli avvocati, come uno dei pochi che rifiutava di difendere chiunque non ritenesse innocente o meritevole di giustizia.
Spinto da questa sua etica entrò in politica nel 1907, nel Consiglio Comunale di Napoli. Ricoprì, per brevi periodi, incarichi di governo: fu due volte sottosegretario di Stato, poi preposto al Ministero delle Colonie nel quarto governo di Giolitti e al Ministero del Tesoro nel governo Orlando. Il 26 giugno 1920 fu eletto Presidente della Camera dei Deputati. Estremamente monarchico affrontò gli anni bui del fascismo in netta opposizione al regime, al punto da non prestare giuramento al partito, ma la sua fama nazionale gli consentì di mantenere comunque prestigio e cariche durante tutto il ventennio. Nel 1943, dopo la caduta del regime, fu chiamato a mediare fra gli Alleati e la Corona per consentire un più agevole passaggio di poteri. Si deve in particolare a De Nicola l’intelligente soluzione che evitò a Vittorio Emanuele III l’abdicazione: propose di istituire la figura del Luogotenente, da affidare all’erede al trono Umberto.
Benedetto Croce incontra Enrico De Nicola
La monarchia fu comunque abolita, l’Italia divenne una Repubblica, e il primo Presidente di questo nuovo assetto politico doveva essere qualcuno stimato e apprezzato da tutti gli italiani. Quindi, il primo scrutinio dell’Assemblea Costituente del 28 Giugno 1946, elesse Enrico De Nicola, meridionale e apertamente monarchico, Capo Provvisorio dello Stato, surclassando candidati del calibro di Benedetto Croce e Vittorio Emanuele Orlando. Uomo umile ed insicuro, dubbioso e ansioso, De Nicola più volte cercò di rifiutare la carica, al punto da rassegnare le dimissioni solo un anno dopo, adducendo motivi di salute. Fu rieletto dalla Costituente il giorno dopo e, quando, il 1 Gennaio 1948, la Costituzione fu approvata, ottenne ufficialmente il titolo di Primo Presidente della Repubblica.
Durante la carica, che durò per 6 mesi fino all’elezione ufficiale di Luigi Enaudi, Enrico De Nicola rifiutò di risiedere al Quirinale dal momento che non sentiva davvero il Capo dello Stato e rifiutò persino ogni forma di stipendio o vitalizio pagando di tasca propria autisti, cene e viaggi istituzionali. Divenne famoso per un soprabito logoro e risvoltato che portava con fierezza in ogni occasione. Fu senatore a vita e Presidente della Corte Costituzionale finchè, nel 1957, si dimise per passare gli ultimi anni che gli restavano nella sua villa nell’amata Torre del Greco. Villa De Nicola divenne, in quegli anni, meta di pellegrinaggio di politici e ministri che chiedevano la consulenza e l’appoggio dell’ex Presidente. Morì proprio in quella villa, il primo Ottobre 1959, a 81 anni e le sue spoglie furono inumate, dopo un funerale di Stato, nel cimitero di Poggioreale.