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Enrico Pea, Seravezza – Incidente alla cava

Da Paolorossi

Dal campanile della Misericordia i rintocchi della campana chiamavano a raccolta d'urgenza i fratelli volontari. I rintocchi erano anche avvertimenti all'ospedale perché gli inservienti preparassero nel frattempo quanto può occorrer al soccorso e alle cure chirurgiche ad un infortunato grave. La sala delle operazioni. Il cotone e le fasce bollite. Il letto della corsia e nell'eventualità quello a pagamento. E intanto anche i medici avvertiti da quei rintocchi (oltre al medico interno) raggiungevano l'ospedale per essere pronti all'arrivo dell'infortunato. Sicché appena il ferito errà tolto dalla barella e adagiato sul tavolo di operazione, non ci sia da perdere un attimo.

In questa circostanza l'ospedale è un alveare indaffarato. Un arsenale in allarme. La disgrazia alle cave interessa tutto il paese. L'ospedale è ricovero di poveri. Ci possono essere morti oltre ai feriti. Gli ammalati hanno presentimento per quanto la campana abbia segnalato soltanto "ferito grave". Il caso inaspettato eccita gli ammalati delle corsie. Son tutti sospesi con l'attenzione ai pispigli di chi viene di fuori. Aspettano di sapere nomi e particolari. Una parola. Il nome di una località a caso, basta per inventare l'accaduto. Si conoscono tutti in paese e di tutti sono un po' parenti. Le disgrazie alle cave alte e basse della Versilia son frequenti e mortali.

[...] Dalle cave, in anticipo alle barelle con il ferito grave e con il morto, sono arrivati gli operai che hanno interrotto i lavori per lutto.

La frana, si è saputo da questi, ha investito un gruppo di cavatori. I feriti sono molti. Ma feriti leggeri: si sono medicati lassù e han fatto subito ritorno a casa perché non arrivasse prima di loro alla famiglia notizia della disgrazia ché sempre spaventa. Il morto è un certo... il nome è già penetrato qui e non si sa chi lo abbia portato. E il ferito grave ha una gamba schiacciata.

[...] " Ha perso molto sangue " dice il medico. Ora l'uomo ha gridato: " Mamma! " come all'improvviso un ragazzo impaurito che si svegli.

( Enrico Pea, Il romanzo di Moscardino - Parte Terza: Magoometto, pag.308/309, Elliot Edizioni, 2008 )

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