"Io vi dico: cantate! Cantate, quando vi sentite bene. Ma soprattutto cantate, quando dovete superare delle avversità. Cantate di fronte agli occhi di chi vi insulta. Esultate nella vostra supremazia, quando vi colpiscono.
Io mi ricordo bene. Ero un bambino e guardato dalla finestra di camera: la madre del mio vicino, colpiva suo figlio. Lui se ne stava rannicchiato in un angolo e cantava. Sua madre lo batteva col manico della scopa, e lui sorrideva e cantava. Lei colpiva e lui cantava; lei si sfiniva e lui cantava. Finché lei non abbassò le mani e lui ancora cantava, si accarezzò le sue spalle livide e se ne andò continuando a cantare.
Cantate nei filobus affollati (i dannati desiderano cantare fuori la loro rabbia!). E se dovete pagare una multa per il vostro cantare, pagatela pure!
Cantate, quando bevete. Lo so, bevete per combattere la tristezza, la noia. Ma non potreste bere la metà, e per l’altra metà cantare?
Cantate sulle tombe! Quello che avete tenuto in silenzio, cantatelo! Lui non sente. Non è per lui. Cantate non per la sua dipartita, ma per il vostro permanere. Non per la tristezza della tomba, ma per la foglia lassù in cima. Lei vive! per lei la vostra canzone è importante, non per chi giace. Quando la notte vi addormentate, l’usignolo canta. Vedete, anche nella notte ci sono canzoni. Forse voi cantate solo dall’alba al tramonto? E le canzoni di rabbia, di disperazione, di lotta? Sì, dove sono le vostre canzoni di lotta? Forse avete già vinto, da cantare solo la mattina? Forse è perché pensate di aver vinto, che non cantate più?"Imants Ziedonis (frammento da Epifānijas) trad. Paolo PantaleoUn musicista lettone, Raimonds Tiguls, ha musicato vari passi di Epifānijas, stendendo tappeti musicali sotto le parole dell'autore. Questa è Dziediet se la volete ascoltare in lettone. Merita, anche solo per il suono, per i suoni...