Magazine Psicologia

Epochè

Da Anna
Sospendere il giudizio
Quando ci relazioniamo con le persone qual è il timore che più di tutti ci infastidisce?
Quando pongo questa domanda in apertura dei miei percorsi, le persone si guardano silenziosamente e dopo qualche minuto i più temerari azzardano una risposta. Esatta.
“Il pensiero che le persone possano esprimere un giudizio negativo su di noi!”.
Sicuramente esprimere opinioni, avere convinzioni sulle persone fa parte del nostro modo naturale di dare senso alla realtà. Certo è che una volta espresso un giudizio di valore influenziamo il nostro modo di relazionarci con le persone. E’ un po’ come se andassimo ad una festa con la convinzione di incontrare gente noiosa e poco interessante. Sicuramente sarebbe un disastro. Ecco per quale motivo sarebbe più utile aspettare, rimanere in una condizione di sospensione, in attesa che gli eventi si manifestino nella loro oggettività.
La sospensione del giudizio o epoché (traslitterazione del greco antico "ἐποχή" ossia "sospensione") è l'astensione da un determinato giudizio o valutazione, qualora non risultino disponibili sufficienti elementi per formulare il giudizio stesso.
Si tratta di un processo cognitivo, nonché uno stato della mente, particolarmente implicato nella formazione di giudizi etici e morali.
La nozione opposta a questa è quella di pregiudizio, cioè un giudizio formulato in assenza di ragioni oggettive al quale tuttavia viene accordata la piena convinzione di validità. Laddove il pregiudizio conduce a trarre conclusioni o a formulare giudizi in assenza di un numero sufficiente di informazioni, la sospensione del giudizio impone di astenersi da simili atti fino al raggiungimento della necessaria quantità di informazione.
La sospensione del giudizio è un principio metodologico basilare. Una buona parte del metodo scientifico tende ad incoraggiare la sospensione del giudizio in merito a un'ipotesi prima che la stessa sia stata opportunamente formulata, testata e verificata.
Esso permette di risolvere, e più spesso di evitare, i conflitti dovuti all’incomprensione reciproca.
La "sospensione del giudizio" è stata teorizzata in modo sistematico ed esauriente per la prima volta nell'antica Grecia e consiste nel sospendere il proprio assenso non ai fenomeni, poiché ciò che importa non è la ricerca della verità ma la relazione tra differenti realtà.
Infatti, bisogna essere consapevoli che della realtà non possiamo che avere un giudizio soggettivo, quindi parziale e falsato.
Ad illustrare bene questo concetto fu Husserl attraverso il suo pensiero fenomenologico

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