Genova ha pianto i suoi morti, ma non li ha seppelliti sotto cumuli di macerie in modo che presto si dimentichi di loro e non bastano le voragini profonde in un cemento sporco di sangue che odora di soldi sporchi, a nascondere la vergogna di una classe politica così ladra e meschina che sta’ portando l’Italia tutta intera sull’orlo del baratro.
Né fiumi, né fango, cancelleranno dall’infamia della storia di coloro che ancora oggi vomitano parole di cordoglio e speranza a chi illusione non ha più, ai primi col vestito della festa, dai capelli sempre in ordine, dal sorriso splendente, che si riempiono la bocca di paroloni roboanti, che contengono falsità e ipocrisia, le cui mani che mai si sporcheranno mai di fango, falsi e bugiardi, che non vedono che le loro dita già grondano di sangue innocente.
Il vento “del tramonto” che dal Maghreb soffia verso il nord assopito da droghe sintetiche, sta’ ora incendiando quei giovani cuori che solo il fango e la fatica avevano sino a ora domato. Quel vento impetuoso che ha scalzato i miti dorati del potere, che ha distrutto gli idoli di gesso di arcaiche utopie, sta’ giungendo su presso quei passi che dal tempo dei romani antichi, mai hanno cessato di produrre potere e povertà. Attenti dunque, Quirinale, Viminale e Campidoglio che il tempo vostro sembra essere finito.
E mentre i vecchi dei stanchi, ebbri di sangue e lussuria, tentano un ultimo colpo di coda, dal fango di città mai dome, dalle macerie di comunità scosse dai fremiti di una terra infetta, esce alla luce del sole una nuova linfa pulsante, senza divise, senza colori, ma con una grande speranza troppo spesso negata, esige tutto ciò che da troppo tempo è stato negato. La meglio gioventù è qui adesso, una nuova generazione che forse non cambierà questo mondo malato e stanco, ma senza ombra di dubbio lo renderà migliore e laverà col sudore della speranza il fango secco di una società malata.
foto di giovani volontari a Genova