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Equinozio di autunno. Greci e romani, tutti pazzi per questo evento astronomico

Creato il 22 settembre 2015 da Vesuviolive

equinozio di autunno

Purtroppo anche l’estate, come tutte le cose belle, prima o poi finisce. Il giorno che determina questo passaggio è l’equinozio di autunno. In questa giornata l’asse della Terra è perpendicolare al piano della sua orbita attorno al sole e la durata del dì è uguale a quella della notte. In effetti, la parola equinozio deriva dal latino æquinoctium, cioè “notte equa”. In Italia questo giorno cade solitamente tra il 22 e il 23 settembre. Ovviamente non esiste solo l’equinozio di autunno, poiché ve n’è anche uno di primavera, in cui si verifica lo stesso fenomeno, e che normalmente cade tra il 20 e il 21 marzo. Ad annunciare le altre due stagioni dell’anno, estate e inverno, vi sono i solstizi, giorni in cui le ore del dì raggiungono la loro massima o minima durata.

Equinozio di autunno. Greci e romani, tutti pazzi per questo evento astronomico

rappresentazione dei Misteri Eleusini

Da sempre, l’equinozio di autunno è stato un giorno importante per gli antichi. In Grecia tutte le cerimonie più significative si verificano durante il mese dell’equinozio. In questo periodo, chiamato dai Beoti, Demetrio o Cererino, Atene celebrava le grandi Tesmophorie, in onore di Demetra, dea del grano. A queste seguivano le Eleusine, feste legate al risveglio e all’assopimento dell’agricoltura in cui si ricordava il rapimento di Persefone, figlia di Demetra, da parte di Ade, il dio degli Inferi. Queste festività duravano dai tre ai nove giorni e iniziavano con la caccia dei tori. Il vincitore conquistava un premio d’orzo.

Equinozio di autunno. Greci e romani, tutti pazzi per questo evento astronomico

Cautes, il dio Mitra e Cautopates

L’equinozio di autunno era ugualmente importante anche per i romani. In questo giorno nacque l’imperatore Augusto nel 63 a. C. Egli fece costruire la più grande meridiana di Roma. Posta sul Campo Marzio, aveva le dimensioni di una grande piazza e l’asta che proiettava l’ombra era costituita da un obelisco portato dall’Egitto, ora trasferito a Montecitorio. Duemila anni fa questo monumento proiettava la sua ombra su un pavimento rivestito di travertino bianco e alcune linee graduate di bronzo permettevano di capire l’ora e la data. Grazie a questo immenso orologio solare l’altare della pace, l’Ara Pacis, era in linea proprio con l’equinozio di autunno. Così nel giorno del compleanno dell’imperatore l’ombra dell’obelisco si allungava verso l’altare, creando simbolicamente un’unione tra l’imperatore, il sole e l’emblema della pace romana. Anche per l’imperatore Costantino questa data era particolarmente importante. Egli decise di celebrare il 24 settembre la vittoria contro Massenzio. Durante la battaglia di ponte Milvio, nel 312 d. C., l’imperatore mise fine al regno del figlio di Massimiano consacrandosi come promotore della cristianizzazione dell’Europa. In realtà Massenzio fu sconfitto il 28 ottobre, ma Costantino fissò la celebrazione della vittoria nel giorno dell’equinozio di autunno per marcare l’importanza dell’evento. Intorno al III secolo d. C. gli equinozi iniziarono anche a prendere le sembianze di statue. Erano raffigurati dai portatori di fiaccole, spesso posti accanto al dio Mitra. Cautes portava la fiaccola verso l’alto, Cautopates verso il basso. Il primo rappresentava l’equinozio di primavera, quando il sole si alza sopra l’equatore e la forza della vita aumenta; il secondo rappresentava l’equinozio di autunno, quando il sole scende sotto l’equatore e la forza della vita diminuisce. A entrambi erano anche associate due costellazioni. A Cautes quella del Toro, a Cautopate quella dello Scorpione. Entrambi gli animali erano solitamente poste di fianco le due figure.

Fonti: Alfio Giuffrida, Girolamo Sansosti, “Manuale di meteorologia”, Roma, Gremese Editore, 2007

David Ulansey, “I misteri di Mithra”, Roma, Edizioni Mediterranee, 2001

Alberto Angela, “Una giornata nell’antica Roma”, Milano, Mondadori, 2008

Carlo Rollin, “Continuazione alla storia antica e romana”, Venezia, Alvisopoli, 1824

Gabriele Rosa, “Le origini della civiltà in Europa”, Milano, Editore del Politecnico, 1863


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