Rocco Schiavone è vivo, sta bene, è al sicuro. Ma non può mettere piede nell’appartamento in cui ha vissuto, suo malgrado, ad Aosta, ed è sconvolto, umiliato, distrutto: scambiandola per lui, qualcuno ha scaricato un intero caricatore addosso ad Adele, compagna di uno dei suoi più cari amici, persona che stimava e per la quale provava affetto; la donna dormiva nel letto del vicequestore, da sola, in penombra, e l’assassino ha compiuto un tragico errore: non era lei a dover essere “seccata”, non era lei la vittima designata dell’agguato. Ripresosi dallo choc, Schiavone ha una sola priorità: scoprire l’autore del delitto e punirlo, fare chiarezza dentro di sé, provare a rimettere insieme i pezzi della sua vita; ma, per farlo, dovrà tornare a Roma, parlare con i suoi amici, risarcire rapporti ormai sfilacciati, cercare di perdonarsi per la colpa che sente di avere.
Era di maggio è, di fatto, il seguito di Non è stagione, una sua propaggine, il compimento degli eventi che erano rimasti in sospeso; nel quarto dei volumi dedicati alle inchieste del burbero vicequestore Rocco Schiavone ritroviamo tutti gli elementi migliori della serie: una trama coerente e congegnata in maniera sensata, personaggi non banali, un linguaggio schietto, verace, gustoso, un’ironia non banale.
Maria di Piazza
Antonio Manzini, Era di maggio, Sellerio, collana La memoria, 2015, pp. 381, € 14,00