In India si continua a torturare i prigionieri
In India, negli ultimi 10 anni, sono in media 4 i detenuti morti al giorno. A sostenerlo un rapporto di un’organizzazione governativa che monitora l’allarmante fenomeno delle torture nelle carceri o nei commissariati di polizia.
Lo studio, intitolato “Tortura in India 2011″ e condotto dal Centro asiatico per i diritti umani (Achr), ha calcolato che nell’ultimo decennio 14 mila 231 prigionieri sono morti per abusi e maltrattamenti inflitti dai carcerieri. Di questi 12 mila 272 erano in custodia giudiziaria e il resto in stato di fermo. Secondo il corposo rapporto di oltre 100 pagine, pubblicato sul sito internet dell’organizzazione, il record dei decessi si è verificato nello stato del Maharashtra (quello di Mumbai) e in Uttar Pradesh.
«Il 99% delle morti in custodia della polizia sono avvenute a causa di torture nelle prime 48 ore di detenzione», precisa il direttore della ong Suhas Chakma durante la presentazione avvenuta a New Delhi.
In India il ricorso alla tortura è endemico e comprende diverse pratiche, come l’uso di catene, bastoni e l’elettroshock. Secondo fonti ufficiali solo tra il 2008 e il 2009 127 persone sono morte mentre si trovano sotto custodia della polizia. I dati potrebbero essere più alti dal momento che diversi stati della federazione non forniscono informazioni su questo tipo di decessi. Sempre tra il 2008 e il 2009 la Commissione nazionale dei diritti umani ha registrato 1596 denunce di tortura di prigionieri, senza tuttavia aver indicato il numero delle morti causate dalla tortura.
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