Sgombriamo il campo da equivoci: è lecito festeggiare per il trionfo degli Azzurri sui Teutonici. Impazzano su Facebook e Twitter i richiami alla Merkel e gli sfottò ai tedeschi. Ma la loro economia è una locomotiva, la nostra vedrà presto l’IVA al 23% e qualche altra diavoleria bocconiana. E a decidere dei nostri destini sarà sempre Berlino.
Sappiamo bene che il pezzo che vi apprestate a leggere è un pizzico di impopolarità, mentre per le strade impazzano i po po po po po po e i caroselli d’auto (pochi, a dire il vero). Ma la nostra non è una gara a chi è più popolare, ma solo lo sforzo di interpretare i tempi che viviamo con un’ottica diversa.
Brava Italia. Adesso abbiamo capito cosa avrà detto al telefono il presidente Re Giorgio Napolitano agli Azzurri: li avrà implorati di fare del loro meglio, di dar fondo a tutte le ultime forze che la stagione agonistica permetterà loro di sfruttare. Il motivo è semplice: bisognava fare in modo che la più famosa ed efficiente macchina di distrazione di massa riuscisse nell’intento di farci dimenticare gli inferni quotidiani. Disoccupazione, pressione fiscale intollerabile, un governo che fa solo gli interessi delle banche. No, la vittoria contro la Germania non ci ha miracolosamente proiettati ai vertici dell’Europa che conta.
Ci darà solo la possibilità di giocare e vincere un trofeo di metallo con quelli a cui abbiamo prestato 50 miliardi di euro al 3%, (soldi che l’Italia prenderà in prestito al 6,78%, una finezza da economisti…). Ci hanno fregati anche stavolta, ci hanno fatto credere di essere belli, bravi, forti. E invece no, il trucco c’è ma non si vede. Ma almeno,per domenica, ci auguriamo che Rajoy telefoni ai suoi, chiedendo loro di lasciarci vincere (altrimenti non sganciamo i 50 miliardi di euro, ovviamente!).
Comunque vada a finire, domenica l’Italia avrà perso. Non ci si illuda: il calmiere sociale fa il gioco del potere, ed in questo gli Azzurri hanno aiutato indirettamente il caro Mario Monti.
Adesso sarà lecito attendersi uno scenario fosco. Attendiamoci un’IVA al rialzo e altri 3 cents di accise sui carburanti(per gli esodati?). Magari adesso lo stato si accorgerà che il prezzo dei gas per locomozione (gpl e metano) è troppo basso per poter essere vero, e farà un bell’aumento che butterà in un vallo dantesco anche il mercato dell’auto usata.
La finale aprirà uno scenario grottesco: gli scandali delle scommesse verranno insabbiati, Buffon entrava in ricevitoria solo per salutare gli amici. Dimenticheremo i suicidi indotti da un governo illegittimo, le estorsioni di Equitalia, il bunga bunga e l’articolo 18. Abbiamo una memoria troppo corta per poterci permettere la sudditanza completa al calmiere sociale.
E’ inutile, per gli italiani vale lo stesso luogo comune che taluni ascrivono ai ragazzi neri di Harlem: basta dar loro una radio col rap ed un pallone da basket per metterli d’accordo. Per noi italyoti non vale la pena di sprecare nemmeno una radio, basta un pallone e ventidue uomini in mutande che lo prendono a calci per infinocchiarci qualsiasi cosa.
E la Rai cerca di fare audience, parla dai campi dei terremotati: quelli che hanno perso tutto tranne il maxischermo, che la tv di stato ha installato nei campi d’accoglienza per tener buoni gli sfollati per un mesetto dopo il sisma.
E Petrucci? Va in TV a dire che lo spread lo decide la nazionale italiana. Magari fosse vero, oggi più che mai saremo sudditi del potere finanziario. E della culona inchiavabile, la Merkel tanto difesa quando fu il nano eroticus ad usare quell’espressione piuttosto offensiva. Ma adesso offerta al ludibrio delle folle, ci può stare dicono i più perché ad offenderla sono i “buoni”.
Fine. Siamo un popolo senza speranza.