Quando avevo ancora l’età per riflettere notavo come le crisi economiche se le ciucciassero innanzi tutto le monete importanti.
Prima se la prendeva sul gobbo il dollaro americano forte dei suoi 200 e passa milioni di abitanti,poi quando la crisi era divenuta più leggera la giravano al Giappone,seconda economia mondiale,ed infine il tutto ricadeva sulla Germania Ovest ed il suo marco tedesco,cui faceva da corona il fiorino olandese.
Il franco svizzero era sempre lì di guardia per i casi estremi.
Ma oggi il mondo non è più uguale e gli americani se ne stanno ben dentro i loro confini,il Giappone tramite la sua banca centrale acquista buoni del tesoro propri come ha fatto la Fed per dare fiato ad un’economia stagnante,senza alti ne bassi,o più bassi che non alti,e la Germania riunificata si è defilata.
Come si è defilata?
Sissignori,si sono stufati di fare il parafulmine europeo con il loro sudore,hanno ritirato il marco,rimpiazzato con l’euro,ed hanno cercato a tutti i costi di far digerire anche agli altri soci dell’eurogruppo le spese del carbone da mettere nella vaporiera della loro locomotiva.Glielo hanno insegnato i compari dell’ex-Est,tra cui la signora Angela.
Quella locomotiva che ha effettivamente consumato molto in termini di beni europei facendo girare tanti settori economici dei paesi confinanti.
Poi è subentrato l’egoismo al sano orgoglio dell’ essere i primi della classe,e vorrebbero che tutti noi studiassimo e ci applicassimo alle cose, come sanno fare loro quando salgono in cattedra.
Ma tutto ciò è complicato per le caratteristiche dei sistemi e delle popolazioni che hanno abitudini diverse in ogni stato aderente all’unione.
Il voler imporre delle condizioni scatena infine delle reazioni,e come finirà lo dirà solo il tempo.
Uno,che per essere primo in classe devi avere dei compagni di scuola che siano anche secondi come terzi e come ultimi e penultimi,infatti se tutti si equivalgono al primo, la graduatoria non ha più alcun senso.E tu pure diventi uno qualsiasi, in mezzo ai tanti.
Così come ci vuole la socialdemocrazia germanica sarebbe: loro in vetta e gli altri tutti uguali a far le belle statuine.
In più oggi il Giappone è l’ombra di quello che fu un tempo,soppiantato dalla Cina e,volenti o nolenti,anche loro dovranno contribuire non solo ad esportare grazie alla manodopera bassa di costo ed a una moneta il cui tasso di cambio è pur sempre mantenuto artificialmente favorevole a chi esporta,ma pure concorrere con dei soldi che servano a mantenere il sistema in efficienza.
Tipo,finanziare il compratore dei suoi prodotti.
In questa redazione non si studia come salvare il mondo dal letame che infanga i politici,ma si sottolinea che al contrario del ’29 quando le banche di proprietà privata USA si papparono tutta l’industria del paese rivendendola nel tempo a caro prezzo con degli utili stratosferici,qui stà succedendo esattamente il contrario, e l’industria privata è asfissiata da un sistema bancario alle soglie del tracollo per i tanti ”bad loans” dati in giro,e se guadagna è solo più attraverso lo strozzinaggio effettuato tramite le varie finanziarie di loro proprietà che ruotano attorno ai vari gruppi.
In breve oggi ci vorrebbe il coraggio di rastrellare risparmi e quindi liquidità privata,dove ce ne sia ancor molta,tipo il nostro paese dove resiste il nero,e montar su delle nuove banche una dietro l’altra non contaminate da prestiti in difficile equilibrio.
Ma non è un’impresa facile.
La gente ha perso molta dell’antica fiducia verso coloro che governano e la mancanza di denaro fresco in contanti,è ciò che frena gli investimenti e la crescita.Le imprese vogliono solo guadagnare,mentre tocca alle buste paghe l’ingrato compito di pagare le tasse.
I politici ci hanno messo del loro mettendo al timone di ogni iniziativa qualche parente povero che si arricchito seduto sullo scranno, e combinando poco nulla,ed i privati in regola,vanno altrove dove le speranze siano più rosee.