“Dal 1 gennaio 2012 ad oggi non abbiamo ancora visto un centesimo”, inizia così l’intervista con Goffredo, cassintegrato della Ratio Consulta di Catania da quasi 3 anni. “Ed è il terzo anno consecutivo che succede, i soldi puntuali non ci sono mai arrivati.”
"80 lavoratori usa e getta"
Ad una prima lettura le imprese involucrate potrebbero sembrare due, perché da Ratio Consulta i lavoratori sono passati a Sicilia Consulting pochi giorni prima che iniziasse la vertenza, ma in realtà stiamo parlando della stessa dirigenza e persino stessa partita IVA. A svelarci l’enigma sono proprio i 70 dipendenti (inizialmente 80) in cassa integrazione straordinaria da due anni e mezzo: “Siamo passati da Ratio Consulta a Sicilia Consulting da un giorno all’altro, ma a cambiare è solo il nome perché l’impresa sembra la stessa: la partita IVA è la stessa e persino l’Amministratore Delegato è lo stesso.”
Ratio Consulta offre servizi di telefonia a varie imprese tra le quali (prima) anche ENEL, della quale si occupavano questi lavoratori. La loro storia è emblematica, simile a tante altre realtà italiane: quasi tre anni di cassa integrazione straordinaria, con i soldi che arrivano a singhiozzo due volte all’anno, senza nessun contatto con l’impresa e nessuna prospettiva per il futuro. “Noi pensiamo che il grande problema della nostra vertenza sia la totale assenza di comunicazione. Non so se sia voluto o meno, però noi lavoratori siamo stati tenuti all’oscuro di tutto sin dall’inizio. I sindacati ci hanno informato via via dell’andamento e delle novità. Ci sono rimasti vicino. L’azienda invece si è presentata solo quando convocata dagli uffici preposti, ma non ci ha mai dato risposte chiare sul nostro futuro. E il futuro non si chiama cassa integrazione ma lavoro.” Abbiamo intervistato Goffredo (nome di fantasia) e i suoi colleghi per conoscere la loro odissea.
Ricordi l’ultimo giorno di lavoro?
“Sì, ricordo il mio ultimo giorno di lavoro, il 1 febbraio 2010. Siamo andati in ufficio come tutte le mattine ma i computer erano scollegati dalla rete e il telefono non funzionava. Nessuno capiva cosa stesse succedendo”, dice Goffredo. “Eravamo già fuori dai giochi, ma non lo sapevamo.”
Qual è stata la vostra reazione?
“È stato complicato capire cosa stesse accadendo, perché l’azienda non ha comunicato con noi per un mese intero. Durante 31 notti abbiamo presidiato l’ufficio dove lavoravamo, per impedire che portassero via i computer, per obbligarli a risponderci. Perché in quel momento la nostra principale rivendicazione era essere messi al corrente della situazione.”
Avete ottenuto qualcosa con l’occupazione?
“Dopo l’accordo di cassa integrazione per l’anno 2010 (ottenuto grazie a quell’occupazione) ci fu un’accordo ‘eventuale’ in prefettura nel quale si ipotizzava una migrazione dei cassintegrati a un’altra impresa che in quel momento stava lavorando con Enel. Poi invece è saltato tutto. Motivo ufficiale? Crisi del settore. E poi da allora niente, solo silenzio.”
Ratio Consulta e Sicilia Consulting sono davvero la stessa impresa?
“Al momento del passaggio i sindacati ci informarono che effettivamente Sicilia Consulting era una ‘nuova’ impresa, recentemente costituita, ma in realtà vogliamo che sia chiaro che stiamo parlando delle stesse persone. Non è un’accusa ma un dato di fatto. Ed è facile da dimostrare: nei documenti ufficiali ricevuti da Sicilia Consulting la partita IVA è la stessa di Ratio Consulta: 08371730154. Cambia solo l’intestazione (vedi foto del CUD 2011).”
Quali potrebbero essere le ragioni?
“Le ragioni noi non le possiamo sapere con certezza, però i fatti parlano chiaro, ci hanno scorporato un mese prima di liberarsi di noi. Forse non volevano macchiare il ‘buon nome’ di Ratio Consulta? Non lo so, non possiamo saperlo. Sarebbe bene che l’azienda chiarisca questo punto.”
C’è stata una risposta politica?
“All’inizio, quando entrammo in cassa, ci fu un’interpellanza parlamentare di un onorevole del PD sulla nostra vertenza, ma sembra che sia stata lanciata nel vuoto. A livello locale invece abbiamo visto la solita passerella politica tipica di queste situazioni, dal Comune, dalla Provincia, dalla Regione… sono venuti tutti a trovarci. Tanta solidarietà, ma nessuno portava con sé risposte certe.”
Il 31 dicembre 2012 scade la cassa integrazione. Cosa succede dal 1 gennaio 2013?
“Sinceramente? Non lo so. È quello che vogliamo scoprire ma siamo totalmente ignorati da tutti. Sulla carta noi siamo in cgis fino al 31 dicembre 2012, però non abbiamo alcuna comunicazione ufficiale al riguardo. Verremo licenziati? Verrà prorrogata la cassa integrazione straordinaria? Stanno preparando il nostro reinserimento? O succederà come l’anno scorso?”
Cos’è successo l’anno scorso?
“L’anno scorso uguale: non sapevamo che sarebbe stato di noi dopo il 1 gennaio. A dicembre 2011 cercammo di aprire un tavolo di comunicazione però, tanto per cambiare, ci ignorarono completamente. Quindi, non essendo più ufficialmente in cgis, ci trovavamo in una situazione complessa: in teoria eravamo obbligati a presentarci al lavoro altrimenti poteva essere considerata come assenza ingiustificata. Ma il nostro Lavoro non esisteva più.”
Una situazione kafkiana…
“Esatto, ed oltre al danno la beffa. Per poter uscire da questa trappola il 4 gennaio alcuni di noi andarono in azienda, chiedendo un documento scritto di sospensione. Volevamo vederlo nero su bianco, altrimenti non essendoci più la cassa rischiavamo di essere licenziati per assenza ingiustificata… pensa te! La conferma del rinnovo della cassa per un ulteriore anno arrivò solo in seguito.”
Quali sono le vostre rivendicazioni?
“Che la smettano di prenderci in giro e ci dicano una volta per tutte cosa sarà di noi. E che ci paghino questa benedetta cassa integrazione, che è poca, ma proprio per questo dovrebbe arrivare puntuale e non con 9 mesi di ritardo! Perché c’è qualcosa di profondamente offensivo in questo sistema che ti costringe ad aspettare per mesi i soldi della cgis, come se fosse un favore gentilmente concesso, come se fosse un piacere che ci fanno. Oggi il problema pare che sia un’autorizzazione, l’anno scorso era un’altra cosa, ma intanto s’è fatto settembre e della cgis del 2012 non abbiamo visto un soldo.”
Ringrazio Goffredo e i suoi colleghi che mi segnalano la Pagina Facebook ufficiale della vertenza (a cui vi invitiamo a iscrivervi per rimanere aggiornati). Loro si trovano in un limbo, quello del vuoto informativo, quello dell’orizzonte offuscato di chi non sa cosa succederà. Ed è un’attesa logorante a cui è difficile abituarsi nella vita, “specialmente se hai una famiglia”, come loro stessi ci fanno notare.
Intanto Ratio Consulta, nella sezione ‘Job Opportunities’ del suo sito, dice di voler assumere lavoratori a Catania: ”Ratio Consulta S.P.A. è alla ricerca di collaboratori da inserire nel proprio organico societario [...]. Il contesto, i progetti in fase di sviluppo, la retribuzione ed il piano di incentivi sono professionali, qualificanti e di sicuro interesse.”
E io mi chiedo: sarà vero o collezionano curriculum per hobby?
di Marco Nurra | @marconurra
(28 agosto 2012)