I comuni della zona vesuviana si caratterizzano per il sovraffollamento edilizio e per l’urbanistica non sempre chiara e logica. Basti pensare che Portici è il comune con più alto tasso di densità di popolazione per metro quadro in tutta Europa.
La città di Ercolano non sfugge di certo a questa regola. Negli anni abusi edilizi di dubbia legalità hanno trasformato quella che doveva essere la perla della costa vesuviana in un ammasso di fatiscenti condomini pubblici di dubbio gusto estetico.
La stessa urbanistica della città di Ercolano si è sempre contraddistinta per il suo disordine. Se ci si aggiunge anche l’inciviltà e l’indisciplina dell’ercolanese medio si può avere un quadro piuttosto chiaro della situazione.
Nel 2004 a Villa Campolieto, sotto l’amministrazione Bossa, veniva presentato il progetto “Urban Herculaneum” che in teoria avrebbe dovuto rivoluzionare la pianta stessa della città, modificandone le strade, valorizzandone le bellezze e dando in generale un nuovo look ad Ercolano famosa per uno dei patrimoni artistici più importanti del pianeta.
Come sempre, belle parole ed una manciata di ideali. Dopo 9 anni da quella conferenza tenutasi a Villa Campolieto, Ercolano continua a contraddistinguersi per i suoi difetti soprattutto a livello urbanistico.
La nuova uscita dell’autostrada obbliga decine e decine di automobilisti che provengono dalla parte alta della città, come la Benedetto Cozzolino, a compiere un inutile giro intorno alla rotatoria adiacente ai caselli dell’autostrada.
Ovviamente l’ercolanese medio, in barba alla disciplina e all’ordine pubblico, se ne frega altamente, e compie senza pensarci due volte infrazioni su infrazioni. Si alimenta così il caos e la cacofonia di clacson e di bestemmie in una zona non proprio famosa per il traffico sciolto e lineare.
Le meraviglie dell’urbanistica di Ercolano non finiscono di certo con la logica senza senso della nuova uscita dell’autostrada. In molti si sono chiesti perché molte zone della città debbano avere le luci dei lampioni accese di giorno e spente di notte.
Sì, Ercolano è famosa per la sua tendenza a far funzionare tutto all’inverso, ma se questo deve provocare fastidi, disagi e morti inutili bisognerebbe fermarsi un secondo per riflettere e farsi effettivamente una domanda. Ma perché le luci sono accese di giorno, e non di notte?
Via Caprile non fa eccezione. Una strada piccola ed opprimente, tristemente famosa in passato per il ponte della vesuviana che se soggetto a pioggia può provocare l’annegamento stesso degli automobilisti, intrappolandoli in una gabbia di acciaio ed acqua. La notte, via Caprile si trasforma in un abisso oscuro dove solo la luce degli abbaglianti di un’ automobile può schiarire la vista, ed i continui crolli di quel ponte, la strada già piccola di sua e l’ammasso di residui posti malamente sulla strada non rendono di certo facile l’attraversamento, anche semplicemente in macchina.
Ma allora perché le luci sono spente di notte ma accese di giorno? Dov’è l’ironia in questa battuta? Perché i lavori per mettere in sicurezza la strada e renderla più agibile procedono così a rilento? E, soprattutto, quanto tempo dovrà passare per il prossimo incidente?