La quarta penitenza non fu pericolosa ma estenuante. Euristeo pretese infatti che Eracle gli portasse, viva, una cerva dalle corna d'oro e gli zoccoli di rame, sacra ad Artemide, la quale viveva tranquilla sui monti dell'Arcadia. Questa graziosa bestiola era agilissima e instancabile, così che poco valeva all'eroe la sua forza eccezionale per raggiungerla nella corsa.
Eracle riuscì a trovarla nei suoi rifugi, ma assai più difficile fu catturarla. Per un anno intero dovette inseguirla per mezzo mondo finchè riuscì ad afferrarla per le corna al guado di un fiume. Durante il ritorno, tuttavia, si incontrò con Apollo e Artemide, la quale ultima, sdegnata di vedere in prigionia la sua cerva diletta, ingiunse a Eracle di lasciarla subito in libertà. E l'eroe dovvette faticare a lungo per farle capire che stava eseguendo una penitenza secondo gli ordini dello stesso oracolo di suo fratello Apollo, e che, d'altra parte, la cerva non avrebbe sofferto alcun male. Così poteè portare a termine la sua quarta fatica.
La quinta impresa di Ercole: Gli uccelli del lago Stìnfalo.
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