Ho avuto poco tempo, in queste ultime due settimane, per il monitoraggio delle agenzie di stampa italiane che si occupano – con risultati tra il comico, l’inquietante e il disastroso – della Turchia. Provo però a recuperare.
Si è infatti scatenata la solita polemica tra Erdoğan e i suoi detrattori, a causa di critiche e di minacce censorie del premier riguardo il serial tv su Solimano il Magnifico: per i conservatori, troppo orientato a dipingere gli eccessi goderecci del sultano – più sesso che guerre o buona amministrazione. La tesi del corrisponente dell’Ansa è che il leader dell’Akp si considera il nuovo Solimano: vuole poteri assoluti, ha imposto la costruzione di alcune moschee in stile ottomano. Una delle prove? Leggete direttamente le sue parole:
Forse non e’ un caso che Erdogan stia spostando verso Istanbul, che fu la capitale dei sultani, il baricento del potere e della politica estera turca. A Istanbul ha scelto come residenza per quando e’ fuori Ankara il Palazzo dei sultani sul Bosforo, Dolmabahce.
Ma il corrispondente dell’Ansa non sa, forse, che il palazzo imperiale venne trasformato nella sua residenza estiva da nientepopodimenoché Mustafa Kemal Atatürk in persona, dove infatti morì il 10 novembre 1938 – alle 9.05 per la precisione (il suo appartamento è stato rispettosamente musealizzato, chissà se il collega dell’Ansa c’ha mai fatto un salto: anche solo da turista)? Come funziona? Atatürk era anche lui un “sultano”? Erdoğan è comunque fedele all’eredità spirituale e politica di Atatürk (di Atatürk, non del kemalismo)?
E non potrebbe, il corrispondente dell’Ansa, limitarsi a una ricostruzione fattuale di ciò che accade, senza avventurarsi in commenti e valutazioni che lo espongono regolarmente a brutte figure?
40.980141 29.082270