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Erdoğan, gli ebrei e le bufale di Marta Ottaviani

Creato il 20 luglio 2014 da Istanbulavrupa

Turkish PM and Presidential Candidate ErdoganCercherò di non fare commenti, di limitarmi ai soli fatti.

Marta Ottaviani ha scritto un post per il blog collettivo sugli esteri della Stampa (Caffè mondo); il titolo: <Scontri a Istanbul: “Gli ebrei che vivono in Turchia la pagheranno cara!”>, quest’ultima una frase attribuita al presidente della Ihh Bülent Yıldırım (la ong islamista diventata suo malgrado famosa per l’assalto israeliano alla Mavi Marmara, diretta a Gaza).

Ho ascoltato insieme a una persona madrelingua – una prima volta, una seconda volta – l’intervista audio in tv, nel corso della quale avrebbe pronunciato questa frase: ma in effetti, non l’abbiamo sentita! E’ pur vero che Yıldırım in qualche passaggio ha fatto ricorso a una retorica chiaramente anti-semita: riferendosi agli ebrei turchi – e ricchi! – che finanziano Israele; ma ha anche fatto una distinzione – a suo modo, parlando di “sionisti” – tra lo stato di Israele e gli ebrei nel resto del mondo, sostenendo che l’odio scatenato dai “sionisti” lo subiranno anche questi ultimi. Ha in sostanza invitato la comunità ebraica in Turchia a prendere posizione contro le politiche di Israele e contro i massacri di civili a Gaza; ha minacciato, viceversa, nuove manifestazioni (ce ne sono state alcune abbastanza violente contro le sedi diplomatiche israeliane in Turchia) e il boicottaggio delle attività economiche degli “ebrei ricchi”.

Ma non è finita qui: perché tutto l’intervento della Ottaviani è teso a dimostrare che la Turchia è in preda a un’ondata di anti-semitismo dilagante, che in Turchia gli ebrei sono in pericolo e che persino i membri di altre confessioni religiose diverse da quella islamica sono vittime di violenza. Chi mi segue, sa benissimo che la realtà è molto diversa.

Ecco qualche esempio en passant di come, per l’appunto, la realtà viene distorta (anche in modo caricaturale).

Scrive la Ottaviani: “Un’escalation di tensione ampiamente aiutata anche dalla Ihh, la celebre ong, accusata di finanziare proprio Hamas, i cui militanti nel 2010 furono bloccati in acque internazionali dalla marina israeliana mentre si trovavano sulla Mavi Marmara, con la quale stavano cercando di rompere l’embargo e portare viveri sulla Striscia di Gaza, nonostante gli avvertimenti dell’esercito di Gerusalemme. Nello scontro morirono nove cittadini turchi e l’accaduto ha provocato la degenerazione fra i due Paesi, fino a quel momento alleati storici.

Primo, la menzione degli “avvertimenti dell’esercito di Gerusalemme” sembra un maldestro tentativo di minimizzare l’eccidio; secondo, scrivere che “Nello scontro morirono nove cittadini turchi“, l’eccidio lo minimizza eccome: i cittadini turchi, infatti, vennero trucidati dalle truppe speciali israeliane; terzo, Israele e Turchia non sono mai stati “alleati storici“: c’è stata semplicemente un’alleanza militare nata negli anni ’90, poi naufragata col mutamento dei rapporti di forza all’interno della Turchia.

Scrive ancora la Ottaviani: “Il sindaco di Ankara, Melih Gokcek, già autore in passato di uscite anti israeliane, ha scritto sempre su Twitter di non volere un’ambasciata israeliana nella capitale, ignorando forse il fatto che l’ambasciatore di Gerusalemme manca da Ankara ormai da oltre tre anni.

Dico: ma che discorso è? Israele non ha un ambasciatore in Turchia da 3 anni, questo è vero: ma c’è comunque una rappresentanza diplomatica, anche se a livelli molto bassi (in ogni caso, ma l’ambasciatore quando è partito mica poteva portarsi dietro l’ambasciata, no?)!

Di veramente grave, c’è però la dichiarazione del primo ministro Erdoğan; o meglio, di grave c’è come la riporta – in modo parziale e mistificatore – la Ottaviani: che, dopo aver per l’appunto riportato le accuse di “genocidio” lanciate da Erdoğan a Israele, si guarda bene dal sottolineare come però il candidato favorito per le presidenziali del 10 agosto abbia specificato che gli ebrei di Turchia sono sotto la protezione dello Stato!

Di ancor più grave, c’è il paragrafo finale: in cui due episodi avvenuti in precedenza – ma dai contorni poco chiari, magari raccontati ad arte – vengono utilizzati dalla Ottaviani per far credere che in Turchia esiste una violenza diffusa nei confronti dei non-musulmani. No, non è vero!


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