Succede a volte che una classe la si erediti, perché ci si ritrova a scegliere dopo colleghi con più anni di servizio o perché la si preferisce alla classe prima che è spesso ritenuta una delle più faticose, in tutti gli ordini di scuola.
Insegnare in una classe già avviata presenta una serie di pro e contro che bisogna avere chiari in mente da subito e anche in questo caso come nel precedente visto qui, occorre pianificare una serie di passaggi, per ridurre al minimo i disagi per gli alunni, per noi e per far si che anche questa nuova situazione diventi un'occasione, un'esperienza dal quale trarre il massimo beneficio per tutti.
La classe
Una classe già avviata possiede una sua identità di gruppo, l'identità di gruppo è fatta di altrettanti individui, ciascuno coi suoi modi di essere. Ricordarsi di questo quando si entra in una classe serve a utilizzare atteggiamento prudenziale: anche i bambini al pari degli adulti hanno le loro amicizie e le loro conflittualità. Conoscerle significa evitare di entrare a gamba tesa nei rapporti che fino ad allora hanno regolato la vita del gruppo.
Vuol dire cercare prima il dialogo, spendere del tempo ad ascoltare gli alunni, conoscere i gusti, le preferenze e le difficoltà incontrate sino a quel momento. Iniziare nell'ottica del miglioramento può essere una soluzione nel caso gli alunni abbiano avuto delle precedenti difficoltà. Se invece l'esperienza precedente è stata significativa "il ricominciare" è sempre un modo per mettere a frutto tutto quanto è stato funzionale, significa avere un patrimonio da migliorare ulteriormente.
Iniziare
Una volta che si conosce il piano emotivo, il primo periodo deve caratterizzarsi contestualmente dalla conoscenza della classe riguardo il livello di competenza, il programma già svolto e soprattutto il metodo di lavoro. Chiarito sul come andare d'accordo il contenuto diventa l'obbiettivo preminente: organizzare le priorità e stabilire come si procederà, indicare le tappe fondamentali dell'anno scolastico, come verrà operata la verifica, aspettative, traguardi e strade per arrivarci. L'ideale sarebbe concordare un traguardo comune da raggiungere, che renda tutti partecipi e responsabili. Non si riuscirà ad attuarlo, ma potrebbe aiutare a sentire vivo e pulsante il gruppo. In una quinta da me ereditata ero riuscita a farlo, il clima ne beneficiò parecchio e i risultati furono molto buoni.
Conoscere le regole della classe
Ogni classe consolida abitudini e regole, gli alunni non faranno fatica a raccontarle, ovviamente tralasciando con molta fermezza i particolari che indugiano sull'operato dei colleghi precedenti. A quel punto si può negoziare il mantenimento di quelle che sembrano funzionali e stabilirne di nuove in linea con il lavoro che s'intende fare con la classe. Più gli alunni sono grandi e maggiormente occorre essere chiari e determinati: esplicitare cosa ci aspettiamo ma anche cosa siamo disposti a dare. Essere molto espliciti e agire nell'idea di essere vincolati al rispetto delle decisioni prese concordemente, fatta salva la flessibilità per le necessarie modifiche in itinere, vale per il docente e gli alunni. Un insegnante che propone regole e vincoli che poi non rispetta non è credibile con gli alunni, questa mancanza di credibilità è probabile si trasmetta anche alle famiglie.
Esplicitare il contenuto oggetto di studio e il metodo
Dare indicazioni precise sugli obiettivi, i contenuti e sul metodo che si intende proporre. In particolare l'indagine sul metodo deve essere accurata, se si ritengono opportuni correttivi o integrazioni gli alunni devono esserne resi partecipi. Ma anche essere rassicurati che tutto avverrà con gradualità, nel rispetto dei tempi di ciascuno, senza scoraggiare nessuno, senza nascondere le difficoltà.
Una classe difficile
Accade che a volte nella classe ereditata ci siano alunni con problemi comportamentali o che vi siano problemi di disciplina. Le soluzioni non sono a portata di mano. Occorre intanto cercare di mantenere il contatto con la parte degli alunni più collaborativa. Segnalare quanto accade alle famiglie e trovare le soluzioni più opportune senza mai delegare l'aspetto disciplinare. Tenere il più possibile impegnata la classe, se serve utilizzare solo la didattica frontale e il sapere esperto, ridurre al minimo i momenti di confusione, tenere un diario di quanto accade. Solo quando la situazione è sotto controllo si può aprire a momenti di confronto e di discussione. In una situazione compromessa è proprio il momento della discussione a generare l'esplosione del conflitto. Non pensate di potercela fare da soli, il team in questi casi deve essere estremamente solidale e compatto, sia nei confronti degli alunni che delle famiglie. Un rallentamento delle attività didattiche non deve costituire un problema, in una classe problematica vengono prima la sorveglianza e la salvaguardia dell'incolumità di tutti.
Infine
Essere propositivi, senza negare le difficoltà, ma neppure fare che diventino l'aspetto dominante dell'esperienza. Durante l'anno potrà anche accadere di rendersi conto di lacune nella
preparazione, se la situazione lo consente cercare "insieme" agli alunni possibili rimedi, ad esempio con indicazioni di lavoro a casa, anche con il supporto delle famiglie. Se si tratta di classi che
devono affrontare esami essere consapevoli che si tratta di rattoppi,
per il quale è giusto e doveroso provvedere, ricordando che la nostra presenza
non può rappresentare la soluzione agli occhi delle famiglie: nessuno è
dotato di poteri magici tali da poter in un anno rimediare a situazioni
pregresse. La fine di un corso di studi è qualcosa che si costruisce
negli anni precedenti.
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