L’amico Mattia Bordignon, nei commenti, mi aveva segnalato un’intervista a Erol Dora apparsa su Vatican Insider (supplemento a La Stampa, sinceramente non so se solo elettronico o anche cartaceo). L’ho letta, sono rimasto sconcertato. Erol Dora è un cristiano arameo, eletto al parlamento turco quest’anno come candidato indipendente sostenuto dal Bdp filo-curdo: che ha risposto a precisa domanda dichiarando – come da titolo – che “in Turchia la situazione dei cristiani è migliorata” (in generale, le domande poste sono poco incisive e particolarmente banali).
Cos’ha fatto il giornalista che l’ha realizzata, Alessandro Speciale, per dare un po’ di contesto? Ha per caso parlato delle chiese restaurate e riaperte dopo decenni di abbandono? Ha ripreso qualche dichiarazione in merito del ministro della cultura turco Ertuğrul Günay, o del ministro degli esteri greco Stavros Lambrinidis? Macché, ha ripescato chissà dove una non meglio identificata ricerca che smentisce le parole di Dora. Ma che l’hai intervistato a fare, allora?
“Una ricerca condotta dall’università Bahcesehir di Istanbul ha trovato in larghi settori della popolazione ostilità e scetticismo crescenti per i cristiani e gli altri non musulmani. Forte anche la richiesta che le tradizioni religiose dell’islam – dal velo per le donne alla chiusura dei locali pubblici durante il Ramadan – trovino più spazio nella società.” Notate la finezza: da una parte crescono “ostilità e scetticismo”, dall’altra diventa più forte la richiesta – ma a chi? – che le “tradizioni dell’Islam” trovino più spazio nella società. Ma che razza di giornalismo è questo? Ma vuoi dire di che ricerca si tratta, chi sono gli autori, quando è stata fatta? Niente, lo scopo è sempre quello: far intendere che i musulmani sono cattivi, che la Turchia sta diventando sempre più musulmana e di conseguenza sempre più cattiva. Davvero raccapricciante.