News Italia: Siamo nel 2013, è settembre e la lotta di chi non vuole che la Tav venga costruita si fa sentire a suon di cesoie e lacrimogeni che limitano loro la vista. Uno scrittore, traduttore e poeta italiano, Erri De Luca, dice la propria opinione in alcune interviste.
Discutere dei problemi di un paese è normale e che lo faccia un esponente della cultura e della società civile è altrettanto normale. Se non fosse che la reazione a queste dichiarazioni è stata una denuncia per istigazione.
Erri De Luca all’Huffington Post aveva dichiarato : “La Tav va sabotata, ecco perché le cesoie servivano: sono utili a tagliare le reti. (in riferimento al fermo di alcuni giovani che in macchina trasportavano cesoie e molotov,ndr) Nessun terrorismo. Il sabotaggio è necessario per far comprendere che la Tav è un’opera nociva e inutile“. Lo scrittore continuava l’intervista spiegando che la Tav è voluta dalle banche, da chi deve lucrare e poi dalla politica che ha dato semplicemente il via libera.
Queste parole sono state considerate dall’azienda francese Lyon Turin Ferroviaire, che lavora alla costruzione della linea ad alta velocità, istigazione a delinquere. L’azienda si è costituita parte civile contro le parole di De Luca.
Durante la prima seduta del processo del 28 Gennaio il giudice ha respinto la richiesta di far testimoniare architetto Mario Virano, presidente dell’Osservatorio sulla Torino-Lione e si è deciso di rinviare l’udienza al 18 Marzo. Fuori dal Tribunale di Torino un gruppo di manifestanti ha accolto lo scrittore con un banchetto, delle bandiere No Tav e la scritta Je suis Erri.
Di fatto si sta portando avanti un processo contro la libertà d’espressione. Se l’Italia si è indignata per la libertà oltraggiata nell’attentato alla sede di Charlie Hebdo dovrebbe farlo anche davanti a questo processo, che si configura come un processo per reato d’opinione.
Erri De Luca ha affermato che se sarà condannato non farà ricorso, queste alcune sue parole: “Uno scrittore deve difendere le sue opinioni, che in questo caso per me sono poi diventate convinzioni».
Anche il quotidiano inglese The Guaridian ha riportato la notizia commentando che è imbarazzante tenere in un aula di tribunale una discussione sul significato delle parole, il verbo sabotare specificatamente. Nel pampleht “La parola contraria” lo scrittore spiega le sue ragioni a favore delle sue idee e dichiarazioni.