Quando capita vicino a te ti rendi conto che non è una fiction, non è una storia da televisione e non è nemmeno una notizia da telegiornale di quelle che vengono da lontano, di quelle che dici “guarda che fattacci succedono lì”. Quando capita vicino a casa tua e vedi da vicino a cosa può portare la disperazione e quanto la disperazione è vicina, così vicina che la puoi toccare, allora ti accordi della stupidità di tutto il resto. Perché non c’è nulla che valga di più della vita dell’uomo. Non c’è strategia politica, non c’è rivoluzione che sia più importante della vita di un singolo uomo.
I tre suicidi di Civitanova non sono veri suicidi: sono omicidi e l’assassino è la politica italiana. Tutta. A partire da chi ci ha condotto in questo burrone, passando per chi doveva frenare prima della caduta e invece ha accelerato, per finire con chi ha la possibilità, se non di tirarcene fuori, almeno di provarci e non lo fa. Sono tutto omicidi, assassini, e hanno nomi e cognomi, hanno un volto.
Sono quei volti che vediamo in televisione, quelli che stanno facendo il vomitevole balletto del potere, il giochino di ruoli su chi vuole cosa. Sono passati oltre quaranta giorni da quando li abbiamo eletti e sono ancora lì che giocano a fare la rivoluzione o a fare il grande accordo. Intanto la gente muore. Se li chiamo assassini esagero?
Luca Craia