È recentemente approdata alla Camera una proposta di legge, attualmente in corso di esame in Commissione, riguardante la riforma del codice della strada.
Vediamo quindi di cosa si tratta.
Leggendo la proposta di legge salta subito all’occhio l’intenzione di revisionare l’apparato sanzionatorio, con particolare attenzione, si legge, a quei comportamenti relativamente innocui che però sono statisticamente colpevoli di determinare gravi conseguenze. Cellulare? Sigaretta? Ritoccatina al trucco? No, niente di tutto ciò. Come comportamento relativamente innocuo ma con gravi conseguenze e quindi da sanzionare, viene indicato il mancato rispetto della distanza di sicurezza. Il che risulta perlomeno bizzarro. Diciamo che questa regola si è infatti sempre letta come un principio di massima da rispettare: “non mi stare troppo attaccato che se freno improvvisamente mi vieni dentro”.
Anche perché, se volessimo rispettarla in modo ortodosso e quindi evitare di incorrere in possibili future sanzioni dovremmo armarci di taccuino e calcolatrice: velocità del nostro veicolo diviso 10 per 3. Tale è la distanza di sicurezza da rispettare. Almeno questo è quello che ci viene insegnato a scuola guida.
Risulta quindi chiaro come questa sia una norma di buon senso e non una norma che possa prevedere sanzioni.
Nel disegno di legge viene inoltre proposto il topos della semplificazione delle procedure previste per il ricorso al prefetto; viene proposta una riorganizzazione del codice della strada per renderlo coerente e armonico con le altre norme europee o con accordi internazionali e viene infine ipotizzato l’introduzione del ritiro, sospensione e revoca della patente anche per i minorenni. Attualmente un minorenne ha solamente l’obbligo della revisione della licenza (deve cioè rifare gli esami).
Come spesso accade, però, un disegno di legge viene accompagnato da idee, dichiarazioni e buone intenzioni che non si trovano espressamente scritte nel disegno di legge stesso. È il caso, per esempio, dell’annunciato obbligo di conoscenza delle regole stradali anche per chi va in bici. Come fare ad attuare un simile obbligo? Non specificato. A mio avviso, vista l’età trasversale dei ciclisti, sarebbe opportuno introdurre in modo sistematico l’educazione stradale a livello delle scuole primarie.
Anche perché le norme stradali le dovrebbero conoscere in primis i semplici pedoni. Pedoni, infatti, volenti o nolenti, lo siamo tutti.