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Esclusiva: George Biagi ci racconta la “sua” Scozia

Creato il 15 gennaio 2015 da Soloteo1980 @soloteo1980

George Biagi, seconda linea delle Zebre Rugby e della nazionale italiana, ha iniziato a giocare a rugby in Scozia. Nato ad Irvine, nell'Ayrshire, sulla costa occidentale del Paese che guarda verso l'Irlanda, si è spostato ad Edimburgo da piccolo, giocando con il Fettes College durante gli anni della scuola, prima che la famiglia si trasferisse in Italia.

George ha iniziato a giocare all'età di 13 anni, ma il rugby lo ha preso a tal punto che, per sua stessa ammissione, quando è arrivato in Italia e ha finito gli studi universitari è stato naturale cercare un club per continuare a giocare. La Scozia, però, gli è rimasta nel cuore.

- Quali sono i tuoi ricordi degli anni passati in Scozia, del tuo college e della Scottish Schools Cup

Sinceramente io non ho mai giocato la Scottish Schools Cup: un anno perché ero troppo scarso ed un altro perché ero troppo vecchio. Mio fratello invece se non ricordo male vinse la SSC contro Glenalmond a Murrayfield a suo tempo. Il rugby di college é vissuto con tantissima rivalità già all'interno delle diverse case maschili figurati contro le varie scuole scozzesi. Adirittura quando si giocavano le partite più importanti il preside annullava le lezioni e tutto la scuola andava a tifare per il 1st XV.. Per quanto riguarda il rugby giocato al inizio non capivo bene tutte le regole, (tuttora ho difficoltà), quindi cominciai a giocare all'ala, dove almeno li combinavo meno guai. Mi ricordo un freddo ed un acqua tremenda qualche volta tentai pure di cospargermi di deepheat per rimediare al freddo solo per poi trovarmi che mi bruciavano da morire gli occhi.

- Come hai visto dall'esterno la crescita delle due squadre scozzesi in Celtic League, affrontandole da avversario

Glasgow sta ormai vivendo la Guinness Pro12 da prima della classe ormai da almeno un paio di anni; può anche contare sul fattore campo, dopo essersi spostato nella nuova casa allo Scotstoun, decisamente l'arma in più. Mentre Edimburgo è una città più dedita al rugby ma fa sempre fatica a riempire un Murrayfield Stadium con capacita da grandi occasioni. Tutte e due le squadre son cambiate molto negli anni, come son cambiati i loro allenatori. Rispetto a noi hanno un bacino molto più grosso da cui scegliere i giocatori; non è un caso che ogni anno c'è qualche giocatore che sorprende anche al 6 nazioni

- Come hai visto crescere il progetto Aironi e le differenze tra loro e le Zebre

Gli Aironi sono stati una bella esperienza personale, dopo l'esperienza nel massimo campionato italiano Eccellenza sono riuscito ad esordire e ben figurare in un campionato nuovo e assolutamente difficile come la Celtic League e trovare continuità l'anno del mondiale 2011 con molti nazionali impegnati con l'Italia. Dopo il mio passaggio in Inghilterra nelle fila del Bristol sono felice che le Zebre abbiano voluto darmi questa grande opportunità che, con tanto duro lavoro ed entusiasmo condiviso con tanti ex compagni, penso abbia colto nel migliore dei modi. La convocazione al Sei Nazioni 2014 e la fiducia di club e tecnici mi hanno davvero ripagato e sono contento di vestire questa maglia e di far parte di questo gruppo bianconero.

- In un futuro, magari neanche troppo lontano, ti piacerebbe fare un'esperienza da giocatore pro in Scozia?

E difficile adesso per me fare un esperienza pro in Scozia, dato che sarei considerato straniero (dopo il cap con l'Italia). Ma chi lo sa, tutto e possibile.

Esclusiva: George Biagi ci racconta la “sua” Scozia

About Matteo Mangiarotti

Sport writer living the dream in Scotland (@DotRugby Home Nations correspondent), student, love rugby and v'ball,Genoa&Hearts fan It's good to be me,despite all! (all views are my own - obviously!) follow me on Twitter: @Soloteo1980

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