Ecco la seconda parte dell’intervista fatta a Marco Righi, regista di I giorni della vendemmia. Questa volta parliamo di come il film è stato prodotto e distribuito, del tour che lo ha condotto con successo in tutta Italia e degli attori protagonisti… ma non solo!! Buona lettura!!
Parliamo ora della produzione e della promozione del film. In principio le copie erano solo tre. Poi ci sono stati molti festival e un’avanzata inarrestabile sala dopo sala, esercente dopo esercente. Come è avvenuto e quanto è stato importante l’incontro con la tua produttrice Simona Malagoli?
Ci sarebbe tanto da raccontare, è stato un processo lungo, a volte frustrante, altre volte invece eccitante. Simona e io lavoravamo nella stessa azienda (un’agenzia di comunicazione) dove lei era la produttrice esecutiva e, successivamente, responsabile del reparto video. Non s’interessava minimamente al cinema. Le ho proposto un soggetto – nonostante tutto – chiedendole di aiutarmi. Lei ha accettato inizialmente per farmi un favore personale credo, in seguito ha capito che il film valeva e (grazie a più di 20 festival) poteva uscire in sala. Adesso me lo sta anche distribuendo: è bravissima. Senza di lei non avrebbe questa visibilità.
Il film è stato girato in sole due settimane interamente in digitale. Quali sono stati i vantaggi? Ma soprattutto, è stata una scelta voluta o hai fatto di necessità virtù?
Sicuramente è stata una scelta obbligata, per cui non c’era nemmeno il margine di fermarsi a comprendere. I costi della pellicola (in fase produttiva) sono insostenibili per delle produzioni realmente indipendenti. Certo a me il digitale non dispiace, ti permette di girare di più e più velocemente con ottimi risultati.
In questi mesi di tour attraverso l’Italia, da Udine a Catania, hai certamente fatto tesoro di un enorme bagaglio di esperienze ed emozioni. C’è un commento, complimento o critica di un comune spettatore, giornalista o esercente che ti ha particolarmente colpito?
Sì, tantissimi! Uno spettatore a Reggio Emilia, alla quarta settimana di programmazione, retoricamente ha detto: “Dovresti chiederlo a noi perché il tuo film sta avendo questo seguito? Perché è vero, è reale il tuo lavoro. Avevo l’età di Elia in quel 1984 e ho provato – stasera – quelle stesse emozioni che provavo allora tra i campi: grazie”. Mi sono quasi commosso, mi ha davvero lusingato.
E un aneddoto divertente o significativo che ti fa piacere raccontarci?
Ce ne sono non pochi… divertente è il fatto stesso che spesso giriamo con le pizze sotto il braccio direi!
Passiamo ora agli attori, ai due interpreti principali. Come hai “arruolato” Lavinia Longhi e Marco D’Agostin?
Lavinia l’ho conosciuta sul set di un cortometraggio di un amico, trovavo il suo volto anacronistico e ciò si confaceva con quello che stavo scrivendo. Una mattina a Milano le ho proposto lo script e lei ne è rimasta entusiasta. Marco invece è arrivato casualmente, avevo in mente per la parte un ragazzo, un vero adolescente, ma che si tirò indietro due mesi dall’inizio delle riprese. Un cast veloce su internet, qualche provino: eccolo spuntare! Doti innate, una fisicità che mi interessava (che cercavo per la parte), un’educazione vocale matura… ho subito pensato che fosse la persona più idonea.
Tra i soli 10 attori del tuo film, c’è anche tua nonna. Come è stato convincerla a “posare” davanti alla macchina da presa? E quanto l’inserimento di un tuo familiare è funzionale alla storia e al tuo “sentire” il film?
Tanto, me ne accorgo – paradossalmente – ogni giorno di più… restituisce maggiore credibilità alla pellicola. Mi piace ci sia lei, mi ha agevolato, è stata una scelta spontanea e lei aggiunge proprio questo credo: spontaneità al film.
Ultima domanda. Guardiamo al futuro. Hai già nuovi progetti in cantiere? Stai già lavorando ad un nuovo soggetto o ti sono giunte proposte interessanti?
Dopo molto che andavo cercando, ho finalmente, da pochi giorni, scritto qualcosa che mi convince di nuovo, come un tempo “I giorni della vendemmia”. Vorrei diventasse il soggetto per il mio prossimo film. Ci lavoro e incrocio le dita!
A questo punto non ci resta che andare a vedere il film! L’appuntamento è per domani sera, giovedì 19 luglio ore 21.15, presso il cinema Il Portico di Firenze. Maggiori info QUI.