Flavio Briatore
Sono molto felice di intervistare tre giovani talenti italiani, appassionati di quel giornalismo d’inchiesta che serve tanto al nostro Paese, all’Italia, per scoprire la verità, quella verità scomoda, che neanche più i processi, le corti e i magistrati riescono a svelare. Andrea Sceresini, Maria Elena Scandaliato e Nicola Palma, dopo “Piazza Fontana, noi sapevamo”, firmano per l’editore Aliberti “Il Signor Billionaire”, biografia non autorizzata di Flavio Briatore, appena uscito e già in ristampa. Ascesa, segreti, misteri e coincidenze di un Tribula…
Chi è oggi Flavio Briatore, il filosofo contemporaneo del “Se vuoi puoi“?
Flavio Briatore oggi è forse il Manager italiano più famoso al mondo. E’ un simbolo, nel bene e nel male. E’ il simbolo di un’intera generazione di imprenditori: quella del “Se vuoi puoi“, per l’appunto. La generazione dei self-made-man: degli uomini che si sono fatti da sé. Egli è, se vogliamo, l’icona di un capitalismo “ottimista”, che spinge il normale cittadino a domandarsi: “Ma se ce l’ha fatta lui, perché non posso farcela anche io?” La filosofia di fondo è sempre la stessa: il singolo individuo, da solo, può fare qualunque cosa. Chi ce la fa è un vincente, chi non ce la fa è un perdente. Non sempre, però, le cose sono così semplici. Viviamo in un’epoca di disgregazione sociale: dietro questo fenomeno, che ha conseguenze pesantissime, ci sono una serie di responsabilità: politiche, ma non solo. Il nostro intento, in fondo, era proprio questo: smontare il falso mito della ricchezza facile, vedere cosa c’è sotto.
Il signor Billionaire.
Flavio Briatore è conosciuto ai più come un top manager, un uomo ricco, di successo, un guru, un modello da imitare, di grande fascino, dall’occhiale al mocassino. Donne bellissime, auto, yacht, locali. Ma pochi conoscono la storia della sua ascesa al successo. Mr Billionaire, mr Formula uno. Come è iniziata la sua carriera? Chi era Flavio prima di diventare famoso?
Era un “Tribula“: uno che si arrangiava, che stingeva amicizie e rapporti d’affari con personaggi di vario tipo. A Cuneo, Flavio Briatore si diploma da privatista con una tesina dal titolo imbarazzante: “Progetto per la costruzione di una stalla“. Si mette in proprio, inaugura una serie di attività imprenditoriali, ma fallisce miseramente. Poi, quasi d’improvviso, si ritrova ricchissimo. Come mai?
Quindi un geometra di Cuneo che diventa multi-miliardario? E che c’entrano New York, Nizza e Saint Thomas? Cosa faceva di preciso?
Briatore, verso la fine degli anni Settanta, faceva il porteur: lavorava con i Casinò, e accompagnava ai tavoli da gioco i vari ricconi di turno. Molti di questi, poi, finivano spennati. Finì spennato anche uno dei suoi primi soci d’affari: Attilio Dutto. Il quale, nel 1979, esploderà a bordo della propria auto. Chi lo uccise? Perché? Nessuno l’ha mai saputo. Dopo una breve parentesi milanese, braccato dagli inquirenti per una brutta vicenda di bische clandestine, Briatore scappa all’estero, nel paradiso fiscale di St Thomas. Viaggia anche a New York. Luciano Benetton, in uno slancio di ingiustificata generosità, gli affida il compito di aprire i negozi del gruppo negli Stati Uniti. Per quale motivo? Briatore, in fondo, è un uomo in fuga? Il suo è un curriculum piuttosto inquietante: quali garanzie può offrire? Mr Billionaire, interrogato dai cronisti, dirà questo: “Io e Luciano eravamo vecchi amici, lui mi ha dato una mano“. Ma è falso: i due si conobbero all’inizio degli anni Ottanta, e non già nel 1974, come Briatore vorrebbe far credere. E allora, perché mentire? Come si spiega tutta questa storia? Mistero…
E chi erano i suoi amici? E che fine hanno fatto?
Tanti indagati per mafia, ad esempio: Felice Cultrera, Gaetano Corallo, Ilario Legnaro. Alla fine, saranno tutti assolti, è vero, ma sul loro conto sono state scritte valanghe di indagini. E poi, Bettino Craxi e Emilio Fede. Che fine hanno fatto? Sono ancora tutti a galla, chi più, chi meno: a parte il buon Bettino, ovviamente.
Quindi la vostra inchiesta mostra un mondo costellato di vecchie indagini giudiziarie, bische e casinò. E ancora amicizie con imprenditori rampanti, latitanti e soci abbracciati dalla cattiva sorte, che emigrato, che misteriosamente saltano per aria insieme alla propria auto. Un mondo che nessuno aveva mai svelato…
Un mondo che andrebbe indagato ancora più a fondo. Noi abbiamo raccolto delle testimonianze, molte delle quali anonime: la gente, ancora oggi, ha paura di parlare. “Ma siete pazzi a scavare in queste faccende?“, ci dicevano. Un ex socio di Briatore, invece, è stato ancora più esplicito: “Quello che vi dirò è come una bomba. La bomba esplode e fa morti e feriti“. Un bel programmino.
E la favola metropolitana del “mi sono fatto da solo“? Del self-made-man, dalla costruzione di una stalla alle stelle? E’ tutto inquinato?
Pare proprio di sì. Ai lettori il compito di giudicare: noi ci siamo limitati a mettere in fila dei fatti.
So che da quando è uscito il libro (pochi giorni fa), ci sono strani tipi, in diverse zone d’Italia, che comprano numerose copie in blocchi, dicendo di essere chi il figlioccio, chi un amico di mr Billionaire. Non è che qualcuno vuole ostacolare la diffusione della vostra verità, perchè forse si avvicina a quella tenuta per anni chiusa dentro l’armadio assieme agli scheletri?
Certo, la vicenda è piuttosto strana. Il libro esce nelle librerie, e poi, dopo due-tre giorni, viene completamente rastrellato. A Milano, a Roma, a Cuneo. Non sono cose che succedono tutti i giorni. Di certo, i fascicoli ci sono: basterebbe tirarli fuori. Abbiamo chiesto alla procura di Cuneo di poter visionare i dossier delle indagini relative alla morte di Dutto. Risposta: “Non si può“. A un altro giornalista era stato detto: “Quei fascicoli non esistono più“. Come mai?
Beh alla fine vi fanno anche un favore, perché siete già in ristampa e non riusciranno mai a comprare tutte le copie. Cosa volete dire a questi individui?
Grazie mille ragazzi, andate avanti così!!!
Eh eh eh. Bene. Allora, ancora complimenti e in bocca al lupo per tutto.