ESCLUSIVO-POLITICA – In diretta dalla biblioteca dell’Abbazia di Spineto lettura de IL NOME DELLA COSA

Creato il 12 maggio 2013 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

A cura del nostro corrispondente Adsos Rosas

Serie “Classici Immortali”

 

Autore

50% ca. elettorato

1ª ed. originale

2013

Genere

Governo di larghe intese

Sottogenere

governo di scopo, ho-visto-cose-che-voi-umani, o-così-o-pomi

Lingua originale

italiano

Ambientazione

Abbazia cistercense, 1085

Protagonisti

Enrito Letta da Baskerville

Coprotagonisti

Angelino Alfano Da Melk (fraz. di Arcore)

Altri personaggi

Mario Mauro da Burgos, Darione Franceschini da Fossanova, Bernardo Patroni Griffi Gui, Josefa  da Hildesheim, Piersilvio, Anna Maria da Varagine, Beatrice da Sant’Emmerano, Maurizio da Uppsala, Gaetano da Arundel, Fabrizio da Selvemec

TRAMA

È la meta del maggio 2013. Enrico Letta da Baskerville, giovane Presidente del Consiglio italiano, e Angelino Alfano da Melk, suo Vicepremier e Ministro degli Interni, insieme a tutti i loro ministri, segretari e sotto-segretari, portaborse e usceri facoltosi, si recano in un abbazia cistercense sperduta tra le ridenti colline senesi. L’abbazia sarà sede di un delicato convegno (chiamato di-spogliatoio) che vedrà protagonisti i pdi-ini — sostenitori delle tesi parasocialistiche proposte dal nuovo traghettatore Guglielmo Epifani da Roma, facente capo al potente trio dirigenziale Bersani-Bindi-D’Alema  — e i delegati pdiellini della curia del papa-re Silvio I, al secolo Silvio da Berlusconi, insediata ad Arcore. I due protagonisti (Enrico è pdi-ino, Angelino è pdi-ellino) si recano in questo luogo perché Enrico ha il compito di non-fare vivere il suo governo a tutti i costi.

Mentre i delegati della triade BBD e quelli del papa-re, circondati dall’affetto e dalla cura dei monaci, iniziano a disputare sul tema della povertà, uguaglianza e fraternità, un oscuro cellario, ex-dolciniano, si accorge che dalla cantina dell’abbazia è venuto a mancare un primo chilo di ostriche perlifere. Allarmato, decide di informare il priore che però non se la sente di chiedere ad Enrico Letta da Baskerville di investigare, in fondo quelle strane collane che molti degli invitati portano adesso al collo potrebbero essere state acquistate al locale mercato vu-cumprà.

Tuttavia, in un’atmosfera inquietante – procurata anche dalle lunghe digressioni, prolusioni, presentazioni, introduzioni, prefazioni, inconclusioni, prologhi, proemi e preamboli storico-politici, ragionamenti e sragionamenti quasi-filosofici, tutti sostenuti da un fanativo fervore partigiano, – e in un crescendo di tensione, i furti continuano, centinaia e centinaia di dispendiose ostriche perlifere svaniscono come per un misterioso incantamento. La situazione degenera fino al punto che il nuovo papa eletto manda un suo messo all’abbazia a chiedere: “Ma come cazz… abbiamo tutte queste ostriche?”. Allertato dal messo papale, Enrico chiama Angelino e insieme si avventurano nell’intricato labirinto che protegge la prestigiosa biblioteca dell’abbazia. Ignari di essere seguiti, i due rovistano alacramente tra i preziosi tomi colà conservati fino a che Enrico mette le mani su un antico manoscritto dal colorito giallognolo e sospetto: si tratta di una prestigiosa laurea conferita in Albania…..

Featured image, l’abbazia dei misteri, fonte Wikipedia.

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