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Escursioni difficili

Creato il 21 marzo 2013 da Federbernardini53 @FedeBernardini

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Durante le crociere, oltre all’insidia del mare, c’è un altro terribile tendenzioso pericolo: le escursioni a terra. A bordo si riesce quasi sempre ad organizzare un programma che, progressivamente, conduca al successo della crociera, ma quando si scende dalla nave ci si affida a dei corrispondenti che ti “trattano” in relazione al movimento del lavoro che gli dai (o prometti di dare) durante l’anno.

Sul tema vi racconto due episodi.

Ricordo d’essere approdato ad Aiaccio, al termine di una crociera che fino a quel momento era stata perfetta. Ho atteso circa due ore i pullmans dell’escursione, sulla banchina d’attracco della nave, insieme con circa 400 crocieristi che avevano prenotato il “giro della città” in autopullman con guida.

Il corrispondente corso, ha tradito me e quattrocento potenziali turisti, ignorando persino un telex di conferma inviato direttamente dalla nave prima d’arrivare in Corsica.

Oltre ad un’indecente attesa di pullmans che mai giunsero, abbiamo forzatamente trascorso una mattinata vagando, come pecore in gregge, per quella città che, ad ogni passo, ci appariva sempre più brutta. La verità è che se il corrispondente non…corrisponde, anche la più bella escursione manca di…essenza.

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Quando con una nave, definita sull’opuscolo di crociere V.I.P., sbarcammo a Ceuta (Marocco spagnolo), avevamo già informato tutti i partecipanti all’escursione “Ceuta-Tangeri: Marocco per due Stati”, che il giro sarebbe stato particolarmente lungo e faticoso.

Effettivamente, sia pure in “largo” , si attraversa quasi tutto il Marocco. Le strade sono scomode, le guide parlano perfetto…arabo, il caldo talmente opprimente che aveva sfinito anche me.

Angela è stata la migliore hostess dell’universo, eravamo insieme nell’unico pullman. Lei , bravissima, resisteva ai continui assalti del gruppo affamato, elargendo sorrisi persuasivi (chi ha conosciuto il sorriso di Angela non lo dimentica più; purtroppo, oggi, lo si può solo…ricordare), ma promettendo anche che la lunga attesa sarebbe stata ampiamente compensata da un succulento pasto a base di pesce che avremmo consumato in un ristorante assolutamente caratteristico.

Il sorriso di Angela ed il pesce promesso, eccitavano ancor più i già famelici escursionisti che rivolgevano, a ritmo sempre più incalzante, l’angosciosa domanda: “Ma quando arriviamo?” Angela rispondeva con frasi brevissime tipo: “Presto!” oppure (mentendo)…”Ci siamo quasi!” Poi continuava a distrarre tutti parlando di una particolare specie di pecore, dalla lana…verde, che si sarebbero potute vedere, arrampicate su una roccia, subito dopo la quarta curva a destra e la seconda a sinistra… ma eravamo su una strada terribilmente dritta.

Alle 15 scendiamo dal pullman ed entriamo in formazione sciolta in una terrazza preparata con dei tavoli di legno e con sopra delle tovaglie di carta, facile presa delle folate di vento, caldo ma robusto. Tutti prendono rapidamente posto ma con smorfie esplicitamente riluttanti, perché l’ambiente tutto era tranne che “caratteristico”. Dei bambinetti con giacche bianche (pezzate), lunghe fino alle ginocchia ed arrotolate sulle maniche per far uscire le “zampette” prensili, ci portano del pesce fritto. Tutti i vassoi vengono subito oscurati da nuvole di mosche, che Angela cerca subito di sminuire definendole “I caratteristici mosquitos maroquinos” al fine d’alleggerire la pressione dei volatili sul pesce. Alcuni, i più famelici, accettano la sfida con i “mosquitos” ed ingaggiano una battaglia a suon di pugni al vento e alle…mosche. Da lì sembra sia nato il detto “Un pugno di…mosche”.

Un paio di “dames” in pelliccia (era pur sempre una crociera V.I.P.) si alzano indignate e, seguite da una parte del gruppo, si dirigono verso Angela per chiedere se, almeno, potevano avere “solo” un panino con del prosciutto. “Paese mussulmano, non è possibile!” Risponde subito Angela tralasciando i sorrisi.

Un altro gruppo di scalmanati, che voleva giustizia subito, mi cerca affannosamente. “Eccolo là!” Dice qualcuno che mi sorprende in una forsennata lotta per sottrarre un pesciolino alle grinfie di un mosquito intraprendente. Vengo letteralmente aggredito con ingiurie che coinvolgono non solo l’azienda che rappresentavo, ma anche i miei familiari più prossimi. Consapevole della situazione critica, riesco a tacere ed ingoio pesce e mosquito.

Ritornati sul pullman per rientrare nella nave, che nel frattempo si era spostata da Ceuta a Tangeri, Angela cerca di risollevare il morale con una verve che, da circa due anni, ci manca tanto perché era davvero magnifica! Purtroppo, nelle poltrone di prima fila c’era seduto un ombroso avvocato romano che, dopo una breve meditazione, ha letteralmente strappato dalle mani di Angela il microfono ed ha arringato il gruppo per aizzarlo ad una vera e proprio sollevazione come protesta anti-pasto!

Fin dalle prime parole mi lancio, come una saetta, dall’ultimo al primo posto del pullman. Il Guinness dei primati mi assegna, ancora oggi, il record su quella distanza, stabilito, appunto, in quell’occasione. Sottraggo energicamente il microfono dalle mani dell’incauto giurisperito e lo restituisco con autorità ad Angela.

Nell’occasione ho espresso le mie scuse ufficiali per l’incidente del cibo, ma ho anche esplicitamente redarguito l’intraprendente avvocato perché qualsiasi azione ha modi e sede. La casualità di trovarsi in prima fila non doveva dargli in alcun modo il diritto di impadronirsi d’uno strumento, il microfono, che in quel luogo deve essere usato per tutti e non contro qualcuno.

Ho avuto l’approvazione della maggioranza perché, in fondo, se è vero che l’italiano e prontissimo a far polemiche sul cibo, è anche vero che gran parte comprende che non è solo il cibo il valore d’una escursione.

La sera, a bordo, champagne per tutti. Anche l’oscuro avvocato romano, mancato arringatore di…pullman, si è lasciato andare ed ha apertamente riconosciuto che Angela è (era) bravissima.

Con molta commozione dedico questa storia alla indimenticabile Angela Lombardo.

Alberto Nacci

Fonte illustrazione: http://www.industriadelturismo.com/2009/11/

 



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Da Alberto Nacci
Inviato il 21 marzo a 05:19

essere stato 'addetto ai lavori' per oltre quarant'anni non mi porta a giustificare quelli che sono indubbiamente episodi spiacevoli per degli escursionisti, ma cercosolo di dare delle spiegazioni su come funziona la 'macchina' dei viaggi organizzati. E pressocche impossibile verificare preventivamente ogni servizio in maniera dettagliata. Il nostro lavoro e' una catena di fiducia, se qualcuno la tradisce, purtroppo, ne va di mezzo la nostra immagine anche solo per una sola -ignobile- mangiata di pesce!