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Escursionismo: i mille volti della Valle del Raganello

Creato il 29 luglio 2013 da Nonsoloturisti @viaggiatori

Non ero che un ragazzino goffo e impacciato quando sono sceso per la prima volta nelle Gole del Raganello. Durante le mie vacanze calabresi a Civita, piccolo paesino italo-albanese incastonato nel Pollino, le Gole erano il nostro gioco meraviglioso, tra anfratti rocciosi, gelidi spruzzi d’acqua, piccole vasche naturali e strapiombi su cui mettere alla prova il nostro coraggio. Ora che sono quasi adulto e molto più goffo, ritrovare quelle stesse gole, rivivere quell’emozione, riscoprirle bellissime e intatte, è più che una gioia: è un sollievo, un conforto… è il sogno realizzato della conservazione di un patrimonio unico al mondo.

Non per niente lo chiamano “Ecomuseo”, il museo che esce fuori dalle pareti di un edificio per invadere il territorio, i paesaggi, ma anche le comunità circostanti che con la loro storia hanno caratterizzato la Valle del Raganello. Un museo di visioni e percezioni da assaporare a numerosi livelli, splendidamente raccolti e raccontati dal Centro di Interpretazione che ha sede proprio a Civita.

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Il torrente Raganello – probabilmente da ragare, “trascinare” – scorre nel territorio carsico del Pollino orientale. Qui le pareti di roccia calcarea vengono indicate con il termine dialettale timpe. Tra le varie timpe si snodano percorsi tra paesaggi incantati e visioni quasi eteree. Si va dal più semplice trekking di montagna tra macchie di lecci e di lauro, per raggiungere in cima ai pendii i maestosi pini loricati, fino a vere esperienze di arrampicata sportiva tra rocce e sporgenze calcaree. Le Gole vere e proprie si snodano tra i territori di Civita e San Lorenzo Bellizzi, ma la valle coinvolge anche le comunità di Cerchiara di Calabria, Francavilla Marittima e Alessandria del Carretto. Da ciascuno di questi paesi si gode già di imponenti paesaggi, congelati nell’atmosfera di un territorio senza tempo. Esperienze più avventurose tra gole e crepacci, invece, richiedono una buona conoscenza del territorio e attrezzature adeguate. In poche parole: una guida professionista.

Il tratto del Raganello più prossimo a San Lorenzo Bellizzi è stato soprannominato “il paesaggio della Roccia”. Coincide con le Gole Alte ed è caratterizzato da rilievi montuosi e numerose timpe che formano panorami montuosi di maestosa bellezza, davanti a cui sedersi in contemplazione per ascoltare il respiro del mondo alitare tra gli alberi e sulla valle.

Escursionismo: i mille volti della Valle del Raganello
Escursionismo: i mille volti della Valle del Raganello
Escursionismo: i mille volti della Valle del Raganello
Escursionismo: i mille volti della Valle del Raganello
Escursionismo: i mille volti della Valle del Raganello

Proseguendo lungo il corso del torrente si raggiungono le Gole Basse in prossimità di Civita. Qui è possibile scendere sul letto del Raganello e percorrerlo per circa sette chilometri tra detriti rocciosi e cascate imperiose. Indispensabili sono elmetto, scarpe resistenti e una buona conoscenza del percorso. Alcuni tratti possono infatti riservare notevoli sfide e l’acqua gelida richiede che alcuni tratti vengano percorsi a nuoto. Indimenticabile, poi, è l’arrivo al Ponte del Diavolo, che si erge solenne tra le due pareti di roccia e collega Civita con l’altra sponda della Valle da tempi immemorabili.

Questa parte della Valle è denominata “il paesaggio della Pietra”, dove l’uomo si è confrontato per secoli con la natura, modificandone i contorni e inserendosi al suo interno con la propria storia e le proprie vicissitudini. Testimonianza della sua presenza sono le comunità di Civita e San Lorenzo, i cui abitati storici conservano ancora tutto il fascino e la ruvidezza della loro storia. Cerchiara, invece, è adagiata alla base del Monte Sellaro e ospita nel suo territorio monumenti centenari, come il Santuario della Madonna delle Armi (dal greco armòs, “grotta”), costruito in un anfratto del Sellaro tra il XV e il XVI secolo.

Escursionismo: i mille volti della Valle del Raganello
Escursionismo: i mille volti della Valle del Raganello
Escursionismo: i mille volti della Valle del Raganello
Escursionismo: i mille volti della Valle del Raganello
Escursionismo: i mille volti della Valle del Raganello
Escursionismo: i mille volti della Valle del Raganello

Conclude il tragitto del Raganello il “paesaggio della Ghiaia”, che raccoglie i residui trascinati dall’acqua fino a un paesaggio più morbido e riposante. La Valle si apre in un’ampia fiumara al Golfo di Sibari, incorniciata dai Monti della Manfriana e con al suo interno la comunità di Francavilla Marittima. Sul territorio del paese si trova un importante parco archeologico, che coincide con l’antica Lagaria, fondata dall’eroe greco Epeo. Nell’Iliade si narra che fu proprio Epeo a costruire il cavallo di Troia, con gli alberi del Bosco Cernostasi situato a monte di Francavilla. Attorno all’antica città sono state scoperte anche un’acropoli con i resti di quattro templi e una necropoli, le cui sepolture circolari in ciottoli fluviali hanno fatto emergere ogni sorta di ricco corredo.

Francavilla Marittima - Necropoli di Macchiabate

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Dove si trova la Valle del Raganello?


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Come arrivare

In auto: lungo la Salerno-Reggio Calabria, uscita Villapiana-Castrovillari direzione Castrovillari.
In treno: la stazione ferroviaria più vicina è a Sibari (CS).
In autobus: probabilmente il mezzo più efficace se non si dispone di un’automobile; varie autolinee collegano le principali città d’Italia con Cosenza e Castrovillari.
In aereo: i collegamenti aerei giungono all’aeroporto di Lamezia Terme.

Guide e tour

Raganello Tour, escursioni e trasferimenti su fuori strada –  3409096436
Roberto Di Marco, guida professionista – 3471776569
Antonio Larocca, guida ufficiale Parco Nazionale del Pollino – [email protected]; 3497966734.


Flavio Alagia

Flavio Alagia

Dopo una laurea in giornalismo a Verona, mi sono messo lo zaino sulle spalle e non mi sono più fermato. Sei mesi a Londra, un anno in India, e poi il Brasile, il Sudafrica… non c’è un posto al mondo dove non andrei, e non credo sia poco dal momento che odio volare. L’aereo? Fatemi portare un paracadute e poi ne riparliamo.

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