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Esercitazioni Prove Invalsi Per Esame Di Stato Nella Secondaria Di Primo Grado

Creato il 01 giugno 2010 da Maestrarosalba
Più che come metodo di accertamento delle competenze molti docenti attribuiscono alle Prove Invalsi nella Primaria, un occasione per conoscere lo strumento, questo anche in vista dell'esame di Stato della scuola Secondaria di primo grado, perchè una prova è costituita proprio da un test strutturato.E' noto che una serie di fattori influiscono sul rendimento nelle prove Invalsi.
Le prove tengono conto del bambino come è oggi? Nella scuola Primaria ho osservato che: - molti bambini non hanno ancora la motivazione "al compito" quella che io definisco la volontà di riuscita, l'avere l'esatta percezione di ciò che si va a fare e  voler ottenere il risultato migliore possibile.  - una fetta di alunni, pur affrontando con impegno  una prova  o un'attività, sempre attenti a fare il meglio che possono, cadono nell'ansia da prestazione e nel tentativo di fare bene incorrono involontariamente nell'errore. - altri ancora dopo una superficiale lettura provano a dare le risposte,  eseguono la revisione solo se invitati a farlo. Rientrano in questa categoria anche alunni spesso creativi in altri ambiti e nella scrittura autonoma. - altri  hanno consapevolezza di ciò che fanno ma dopo un certo tempo si stancano abbandonando il compito: iniziano bene e concludono come "viene viene", anche qui molti sono invece creativi in attività più "libere" o diversamente organizzate.- poi ci sono quelli che non si fanno distrarre da nulla e che vanno diritti all'obiettivo e  lo centrano. - poi ci sono i bambini in difficoltà come le DSA, gli stranieri e quelli non certificati per scelta della famiglia, che hanno proprio difficoltà a utilizzare lo strumento in quanto tale.
E l'esito della prestazione misurata e della valutazione sono davvero specchio di cosa sa realmente fare l'alunno?Una cosa è certa gli alunni amano sempre meno la grammatica, l'esecuzione di esercizi di consolidamento, la ripetitività. Perfino un tema che piace dato una volta di troppo risulta noioso. Si appassionano se partecipano all'allestimento dei contenuti, se sono direttamente coinvolti nelle fasi operative.
Se invece devono rileggere, riflettere e concentrarsi ogni minima cosa che accade nel contesto li distrae e li assorbe. Pertanto una prova somministrata nel rigore, nel silenzio assoluto, con tempi rigidamente determinati non ha per loro alcun fascino a meno che non ne abbiano perfettamente inteso il senso e mirino come l'alunno sopra descritto a ottenere il massimo del risultato. E per quanto si possa spiegare il senso, per molti bambini queste prove non acquistano comunque alcun significato.
D'altra parte è anche vero che al termine della classe quinta della scuola primaria ci sono apprendimenti che non sono affatto consolidati e il fatto che non lo siano in quel momento non preclude che lo siano in futuro. Pur sapendo come si svolge una data cosa a questa età non è automatico che la si applichi, soprattutto con i bambini di oggi che oltre alla scuola hanno ben altri e spesso più attraenti stimoli.Ed è altrettanto vero che gli stessi bambini sono abili comunicatori anche a livello scritto in altri contesti, compreso quello scolastico, quando le attività sono meno formali, quando prevedono interazione e libertà nella scelta del percorso
Influiscono i messaggi che provengono dalla famiglia, che spesso tende a ridimensionare il ruolo della valutazione e della prestazione?A quanto sopra occorre aggiungere la posizione delle famiglie. La famiglia è sempre meno orientata a dare valore alle prove e alla valutazione. Perchè è cambiata la domanda verso la scuola. Se prima alla scuola si chiedevano strumenti e rigore, oggi le famiglie chiedono un luogo dove i bambini si confrontino con l'apprendimento senza pressioni, senza l'assillo delle prove. Chiedono una scuola meno direttiva e istituzionalizzata.  Sempre più genitori pensano che non è detto che se un alunno non si afferma a scuola il suo futuro ne sia precluso. C'è stato un periodo in cui la scuola veniva vista soprattutto dalle classi più povere come strumento ed occasione di svolta. Ora questa percezione è radicalmente cambiata. I tempi sono dilatati e i genitori chiedono ai figli risultati sul lungo periodo o a volte non ne chiedono affatto.Il bambino agisce anche anche in risposta alle richieste degli adulti. Non sempre noi usiamo il modo adeguato per porre le nostre richieste.
Le prove Invalsi in una società in continuo divenire
La società è cambiata, sono cambiate le gerarchie, i rapporti tra genitori e figli, i rapporti tra docenti e alunni, sono cambiati i modi della divulgazione, ma la scuola nella sua struttura è ferma: sospesa tra un passato che non può tornare incarnato in un modello di alunno e di famiglie che non esistono più e un futuro che non è nelle lavagne multimediali, nè nel computer ma nella diversità delle relazioni e in nuovi modelli educativi e didattici.
Non è certo nelle prove Invalsi che si possono cercare risposte nè sui contenuti e tantomeno nella didattica. Maggiormente quando questi test come è accaduto anche quest'anno contengono imprecisioni e domande con risposte ambigue. Pur se fatte per sollecitare il ragionamento non tengono conto che il bambino nella scuola Primaria e in particolare nel test strutturato raramente mette in relazione le possibili risposte esempio "Quintifoglio" per la classe quinta o "lumaca anzichè chiocciola" in una risposta del test di classe seconda.
Ma esistono e con questo occorre fare i conti.
Con che spirito affrontare le prove?Le prove Invalsi vanno viste come parte di un percorso all'interno del quale  gli alunni daranno risposte diverse, influenzate da una serie di variabili che la scuola controlla solo in parte. Ai risultati va dato il peso giusto: è come l'errore quando lo vedo è l'occasione per archiviarlo come errore e sostituirlo con il "file" giusto.Io dico sempre ai miei alunni che devono provare sempre a fare il meglio possibile. Cercare il risultato immediato e  pensare al capitale che si accumula attraverso la partecipazione in quanto esperienza.
Credo che sia un discorso applicabile anche alla scuola Media.
Se non possiamo cambiare una cosa possiamo attrezzarci per farla meglio e usarla a nostro favore mi pare una già una buona motivazione per provarci. E d'altronde il discorso non cambia molto anche nelle scuole successive, non per questo possiamo rinunciare a frequentarle.
Possiamo solo provarci dimostrando che le prove di valutazione strutturate a test, nel nostro sistema scolastico non sono adatte a misurare la complessità che un alunno, in quanto persona, rappresenta e in modo deleterio  rafforzano l'idea diffusa che la scuola non assolva al suo compito.
Per dimostrare che le prove Invalsi sono superate occorre essere rigorosi in tutto il resto della didattica: in contesti didattici attenti alla dimensione degli alunni, questi esprimono capacità e impegno.
Nella scuola  Secondaria di Primo Grado le prove sono parte integrante della prova di esame. Eccone una selezione riferita agli ultimi due anni.
Anno scolastico 2007/08Prova di Italiano  relativa griglia di correzioneProva di Matematica relativa griglia di correzione
Anno scolastico 2008/09Prova di Italiano relativa griglia di correzione (sono comprese nel pdf entrambe le prove)Prova di Matematica relativa griglia di correzione (sono comprese nel pdf entrambe le prove)
Esempi di prove per esercitarsi in ItalianoEsercizio 1Esercizio 2Esercizio 3
Esempi di prove per esercitarsi in MatematicaItem di matematica
Quadri di riferimento per le prove del 17 giugno 2010 ItalianoMatematica
Altre risorse: siti dove esercitarsiSu Matematicamente: test online di Matematica di M. Occhioni esercitazione on line di Matematica di A. Bernardo
Su software didattico free di Renato Murelli si può scaricare la prova di matematica per la simulazione.
InoltreLe esercitazioni di Italiano della ZanichelliLe esercitazioni di Matematica della Zanichelli
Prove Invalsi anni precedenti

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