Magazine Società

Esiste una terza via per l'Euro?

Creato il 17 giugno 2012 da Laperonza

0000000000000000000000aaaaaaaaaaaaaaaa.jpgIl dibattito si fa sempre più acceso e i toni sempre più forti: restare nell’Euro e fare immensi sacrifici oppure uscirne e ripartire con la vecchia Lira. La prima opzione è quella del nostro attuale governo ed è dettata dai parametri stabiliti dall’Europa stessa che puntano ad un rigore volto al risanamento dei conti. La seconda è spinta dalla necessità di intervenire sul massacro sociale che, in tutta Europa, è conseguenza più grave della crisi.

Evidentemente non si può uscire dalla crisi con i conti non a posto ed è per questo che l’impegno a risanare i bilanci è indispensabile. Nel contempo è impensabile far gravare tutto il peso del risanamento sulle classi più deboli come, invece, sembra si stia facendo in tutta la comunità europea; un atteggiamento questo che ha ripercussioni gravissime da un punto di vista sociale e che sta causando tensioni pericolosissime.

L’Euro è probabilmente indispensabile: non dimentichiamo che l’Italia senza Euro oggi sarebbe ridotta allo sfascio molto più di quanto lo sia attualmente. E’ altrettanto vero, però, che non si può sacrificare il popolo all’Euro come fosse un dio pagano.

Tornare alla Lira può sembrare una soluzione ma comporterebbe sconvolgimenti sociali e politici difficilmente immaginabili così come innescherebbe dei disequilibri nei rapporti tra gli Stati le cui conseguenze potrebbero essere estreme. Certo, però, che non si può pagare la permanenza nell’Euro col sangue dei cittadini.

Sarebbe possibile una terza via? Penso a una soluzione che mantenga la moneta unica ma che porti a una revisione in chiave sociale dei rapporti economici e politici nella comunità di stati membri, che riequilibri il peso dei vari paesi in modo da non avere più sudditanze tra quelli forti e quelli deboli ma che porti a una parità di dignità. Un rallentamento del processo di risanamento in funzione di un processo di sostegno sociale alla crisi. Non credo si possa uscire da questa situazione senza rimettere in moto l’economia di base, senza rimettere, in sostanza, in mano i soldi alla gente. Così come non si può pensare a un’Europa credibile se la stessa lascia indietro i suoi membri più deboli. C’è una terza via, una strada in cui noni sia una Germania egemone e gli altri tutti dietro ma in cui si vada avanti tutti insieme e allo stesso livello.

Luca Craia


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :