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Il nostro modo di “sentire” le percezioni, di sviluppare dei ragionamenti e di ottenere la comprensione di noi stessi e del mondo viene reso possibile dall’opportuna organizzazione delle nostre cellule cerebrali in modo da rappresentare gli aspetti della percezione e del ragionamento. Il fatto che tali cellule siano vive e psichicamente sensibili ci consente di “percepire il senso e il peso dei valori, dei sentimenti e dei concetti”.
Con i nostri pensieri e ragionamenti siamo addirittura in grado di dar vita e ruoli a personaggi virtuali diversi e persino contrapposti a noi; siamo in grado di immaginare e costituire nella nostra mente interi romanzi, film, serial, ecc. Possiamo supporre che la conoscenza e la consapevolezza completa ed universale dell’Essere Universale avvenga In modo analogo, ma, ovviamente, a livelli di realismo, universalità e completezza radicalmente superiori.
Quello che per noi avviene nel nostro corpo attraverso nostri percorsi ed elaborazioni interne, nell’Essere universale avviene ugualmente attraverso tutto l’esistente psichico generale o Panpsichismo. Tutto l’esistente concorre alla elaborazione, alla coscienza e alla conoscenza. La Realtà conosce ed esprime se stessa intrinsecamente ed attraverso tutto se stessa.
Sono le esperienze, le vicissitudini, le difficoltà e le sofferenze che ci fanno acquisire conoscenza, consapevolezza e coscienza effettiva. Per questo sembra logico supporre che l’Essere Universale abbia conoscenza, consapevolezza e coscienza attraverso l’esperienza di tutti i possibili aspetti e sviluppi del vissuto, dalle esperienze positive e gratificanti a quelle negative e dolorose. Tutti gli aspetti possibili vengono sviluppati e vissuti per valutarli concretamente.
Abbiamo visto più volte che la nostra limitatezza e specializzazione non ci consentono di percepire e, tantomeno, di capire l’insieme intero. Probabilmente anche lo spazio, il tempo e il movimento, compresi quelli legati ai processi conoscitivi, sono dati da tali limitazioni.
L’umanità nella storia ha trovato molti modi di rappresentare avvenimenti, sentimenti e idee; alcuni di questi, come il teatro e il cinema, comportano che degli attori interpretino ciascuna parte in tutto il suo svolgimento. Ovviamente l’opera è valida in rapporto a quanto e come i vari attori riescono ad immedesimarsi nel proprio personaggio e ad esprimerlo al meglio.
L’Induismo paragona la realtà che conosciamo alle onde del mare che si sviluppano, crescono e si infrangono rimescolandosi nell’insieme delle acque. Le onde si ripetono incessanti indefinitamente.
Consideriamo importante conservare i “luoghi della memoria”, da quelli ove si sono vissute spaventose tragedie fino a quelli che commemorano artisti, pensatori, grandi personaggi in ogni settore. Nella poesia “I Sepolcri, Foscolo scrive: “A egregie cose il forte animo accendono l’urne de’ forti, o Pindemonte; e bella e santa fanno al peregrin la terra che le ricetta.”
Tutto questo potrebbe sembrarci un abisso di sofferenze e dolori, ma la prospettiva cambia se, come constatiamo, tutta “la realtà” è in evoluzione verso nuovi orizzonti, verso la soluzione dei problemi e il perfezionamento. Noi stessi in genere progettiamo ogni storia di fantasia con un “lieto fine”. In ultima analisi, lo spirito che anima la realtà tende alla “beatitudine” fino al ritorno nella unità e completezza dell’Essere. Ma questa risulterà arricchita da tutta la coscienza e conoscenza frutto di tutta l’esperienza dei processi della vita.
Ecco pertanto un aspetto importante del senso della vita: sperimentare e conoscere al meglio ogni cosa per essere il massimo in relazione a se stessi e a tutto l’esistente.
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