Magazine Diario personale
Ovvero entrare di nuovo nella periodica routine di psicofarmaci per impedire l'esplosione autodistruttiva della crisi. Io non faccio nulla. O meglio, qualcosa faccio e non è proprio una cosa da poco: l'anima si carica, come un fiume man mano ingrossato da piogge continue, fino al punto in cui comincia a esondare e fluisce in piena travolgendo canali e ampi, distruggendo ponti, erodendo argini e - dopo aver percorso così vallate e pianure - si placa. In realtà, poi, a ben vedere, è un fiume intelligente e giudizioso: distrugge sempre ciò che non tollera più perché anche nel suo scorrere abituale vede ormai inaccettabile, e mostra una certa cautela con ciò che invece non ne può nulla e abitualmente non fa danno. Insomma, travolge ciò che l'incuria umana gli ha depositato addosso impedendone un corso tranquillo...
Continuo a pensare che le esondazioni del fiume non siano colpa del fiume, ma della pioggia, così come dei detriti, dei cambi di percorso, delle dighe e dei blocchi che l'avidità e la stupidità umana gli hanno imposto. Se la gestione dell'insensatezza della vita non fosse basata su soluzioni così ridicole e mediocri, se le persone non si rifugiassero nell'oppressione altrui per costruire il proprio benessere, i fiumi scorrerebbero bene, placidi, grandi e lenti.
Ma non è così. E io penso che sto gestendo la mia anima come con una valvola o una diga. E che un giorno la farò saltare, anziché aprirla quando è così carica di dolore che potrebbe esplodere. Un giorno salterà e basta - smetterò di impedirmelo. L'mp3 nelle orecchie, butterò tutto per terra e inizierò a ballare Seven Seas o The Passenger per strada, isolata da questo mondo e da chi lo vive senza pensare, persa nelle sensazioni di quella perfetta solitudine. Gli occhi chiusi, le mie mani e le mie dita disegneranno melodie nell'aria, e i miei piedi si incroceranno in passi lenti, così pieni di ritmo e grazia che sarà una gioia e un incanto guardarli, per coloro che vi assisteranno.
E quando non ci sarà più musica, smetterò semplicemente di danzare. Quel giorno sarò felice. Quello sarà il giorno perfetto.
Quello per il quale vale la pena vivere.
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