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Esperanza de escobar

Creato il 02 agosto 2012 da Albertocapece

Esperanza de escobarChe barba, che noia. Che rabbia.  Che squallore. Le dichiarazioni di apertura all’Udc e poi la marcia indietro, ancora più confusa e ambigua, in puro politichese narrante il nulla. Vendola è riuscito a fare un vero capolavoro: non chiude a Casini con tutto ciò che rappresenta, cemento, Ior, rosari e un berlusconismo sostanziale a prova di bomba, perché non si possono mettere paletti a nessuno, tranne che a di Pietro che ha osato attaccare l’amico telefonico di Mancino.  Siamo alternativi, ma per carità non chiudiamo ai vecchi arnesi della reazione di stampo forzaitaliota, siamo alternativi ma il montismo non si tocca, siamo alternativi ma la trattativa stato mafia meglio lasciarla stare. Alternativi a mio nonno in carriola si sarebbe detto quando ero bambino.

Non è un pasticcio è solo l’ennesima delusione, la prova evidente che la sinistra esiste soltanto nelle parole. E di certo con queste ondivaghe premesse che Vendola si candidi  alle primarie del Pd, se mai ci saranno, se mai ci saranno senza giochi delle tre carte, non porta alcuna boccata di ossigeno, nemmeno un filo d’aria: tutto diventa rappresentazione dentro la claustrofobia dell’assenza di idee. L’alleanza con l’Udc non ce la toglie nessuno: quindi altri anni contro il lavoro perché  Casini è l’asse di trasmissione di una parte consistente dell’oligarchia – quella delle truppe d’appalto cattoliche- che garantisce Monti e il suo inutile massacro col mandato della finanza.

Se Bersani vuol farci credere che con l’alleanza al centro e un terzo del partito che non si chiama Udc solo per questioni di ragione sociale, ci sarà il via libera alle unioni gay e alle coppie di fatto, passi: in un certo senso è la buglia della disperazione di fronte al completa calata di braghe di fronte al liberismo. Ma che oggi ce lo voglia far credere anche Vendola è davvero un oltraggio all’intelligenza e al buon senso. E poi francamente basta con le formule acchiappacitrulli, come il Polo della speranza che hanno l’amore sapore dell’estetica politica berlusconiana: diteci piuttosto che cosa volete fare, che programmi avete, cosa proponete contro l’impoverimento e la rapina del Paese, contro la sottrazione di diritti e l’umiliazione del lavoro. Altrimenti non c’è poi molta differenza con l’esperanza di escobar che sintetizza l’era di Silvio: motivetti estivi, banalità narranti, niente sostanza, negazione della dimensione sociale.

E non raccontateci balle, anche il polo della Speranza, prima ancora di nascere, ha la sua nipote di Mubarak e si chiama Monti. “Credevamo che ci salvasse”. No, niente affatto,  sapete bene per chi lavora e perché lavora.

 


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