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Esperienza allo specchio che riflette un’altra te che non ti guarda mentre la guardi

Da Flavialtomonte

Avete mai provato a guardarvi tra due specchi? Sicuramente l’avrete fatto per guardare la forma che fanno i pantaloni dietro, in basso, sotto la schiena – insomma ci siamo capite! – ma scommetto che non avete mai provato ad andare oltre.
Questa mattina – vi potrò sembrare egocentrica ma non è così, forse, un po’, vi lascio col beneficio del dubbio va! – mi stavo preparando per uscire, e spalanco due ante dell’armadio per guardare come mi stavano i capelli dietro, quando: ho scorto un’altra me. 
Questo giochino degli specchi lo facevo da bambina: aprivo due ante e me le richiudevo in faccia – ovviamente senza farmi male – e lasciavo lo spazio giusto per guardarmi. Centinaia di facce identiche a me che rispondevano ai miei comandi. Poi cominciavo a parlare e sentivo l’eco come se i miei riflessi parlassero, e passavo ore a fare facce, a farmi smorfie e a ridere. Da fuori, potevo sembrare un’emerita idiota, ma credetemi, era divertente. 
Oggi è stata la stessa cosa, anche se mi sono fermata a quattro riflessi: i primi due sono quelli di tutti i giorni che ti specchiano in faccia e non sono tanto belli quanto quei due che appaiono all’angolo formato dall’accostamento delle due ante. Quei due riflessi che non ti guardano mai. Tu sei lì che ti guardi, o meglio, guardi un’altra te scoprendone i pregi e i difetti in maniera del tutto obiettiva. La osservi. Ti vedi come ti vedono gli altri, come sei veramente, e tu in quel momento sei gli altri.
Credo sia un’esperienza unica e rara – sì perché c’è gente che non l’ha mai provato, vuoi per mancanza di creatività e vuoi per mancanza di ante che formano l’angolo – insomma, provateci e fatemelo sapere. Scrivetemi la vostra esperienza dello specchio che riflette un’altra te che non ti guarda mentre la guardi (alla fine, non è complicato come sembra). Io, per esempio, ho scoperto di avere molti capelli e ho rivalutato il mio profilo.   


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