Quando la gente mi chiede come mai io continui a vivere ancora a Napoli nonostante il caos, i problemi e i troppi disservizi, faccio sempre un po’ di difficoltà a spiegare le migliaia di motivazioni che spingono a restare, senza dubbi di sorta, in quel complesso mondo cittadino che non sempre mi rispecchia. Ma questa volta la risposta ce l’ho bella e pronta, e ha perfino un nome e un cognome!
Perché da questa città nascono idee geniali ed irresistibili, perché questa città partorisce gente folle e creativa come Casere Cascella, 30 anni, web designer, pronto a sfidare il capitalismo delle “patatinerie olandesi” esportando il friariello napoletano in Olanda. Fin qui non ci sarebbe nulla di particolare se non fosse che Cesare in Olanda ci va in bici. Un viaggio lungo 2.500 km grazie al quale il nostro grande friariello sarà il protagonista indiscusso di un tour all’insegna della napoletanità!
Non potevamo farci scappare l’occasione di farlo partire senza fargli prima, almeno qualche domanda.
Buongiorno Cesare, puoi spiegare ai nostri lettori in cosa consiste l’iniziativa “Conquistiamo l’Olanda” e soprattutto, da dove è nata l’idea?
Dunque l’idea è nata un po’ per caso. Ho sempre fatto cicloturismo, “circumpedalato ” Sicilia, Corsica e Croazia. Al di là del fatto che utilizzo quotidianamente la bici per venire in centro da Piscinola e poi ritornare a casa…insomma, amo la bici ed amo pedalare. Quest’anno ho cambiato bici, ed ho deciso di mettermi alla prova su una distanza un po’ più lunga. Con i miei amici e colleghi ci occupiamo di architettura, web e comunicazione, abbiamo un’agenzia (si chiama “dopolavoro”) e da un po’ siamo ossessionati da questa storia delle patatinerie che insozzano e impuzzolentiscono Napoli, città che di per sé non avrebbe bisogno di importare questi modelli. Qui, per fortuna, anche il cibo è cultura e socialità. Così sopratutto loro mi hanno tirato dentro questa storia, imponendomi di portare dei semi di friariello, o forse una piantina (stiamo valutando) in Olanda.
Quindi un’operazione di sensibilizzazione delle coscienze?
Si, sarà un gesto simbolico. Speriamo che “l’impresa” serva in qualche modo a creare dibattito. A risvegliare l’attenzione sul fatto che le nostre strade e città vengono oggi colonizzate da modelli di cui in realtà non abbiamo bisogno.
In che modo proverai, concretamente, ad esportare il friariello in Olanda?
Ad Amsterdam ho poi un po’ di amici che spero di coinvolgere al mio arrivo. Non so ancora cosa succederà. L’idea è o di piantare un germoglio in qualche luogo simbolo o di consegnare i semi a qualche patatineria lì ad Amsterdam, presentandoli come il nuovo business. Magari iniziamo a colonizzare noi l’Olanda con qualcosa di più buono (e sano). Spero mediaticamente almeno funzioni. In realtà sono anche alla ricerca di qualche sponsor. Non solo economicamente intendiamoci. Spero però che le forze economicamente sane del territorio possano in qualche modo sostenere quest’iniziativa, in un certo senso rilanciarla.
Noi di Vesuviolive.it ti seguiremo in ogni tappa e aggiorneremo i nostri lettori su ogni tuo risultato raggiunto. Proveremo insieme a te a colonizzare l’Olanda! Prima di lasciarci, vuoi aggiungere altro?
No credo sia tutto, solo magari un bacione alle mie fans. No Scherzo!
(No non scherzava e io, glielo avevo detto che così avrei chiuso l’intervista!)
Ecco perché non vado via da Napoli. Per l’ironia, l’intraprendenza e l’irresistibile audacia di un popolo capace di lasciarti sempre piacevolmente stupito!