Sono stati dichiarati “persone non gradite” ed espulsi dalla Repubblica Democratica del Congo ieri sera gli attivisti pro-democrazia senegalesi e burkinabé arrestati domenica durante un blitz della polizia. Lo ha annunciato Lambert Mende, portavoce del governo congolese.
Si conclude così – almeno sul piano diplomatico – una vicenda che aveva visto le autorità di Kinshasa criticate da organizzazioni per i diritti umani locali e internazionali e nette prese di posizione di Washington, Bruxelles e Parigi.
Restano tuttavia in carcere ancora 17 tra giornalisti e attivisti congolesi, su un totale di circa 40 persone arrestate nel corso di una conferenza politica volta a denunciare l'assenza di valori democratici oltre che inesistenti anche improponibili nel Paese di Kabila.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)