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ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action

Creato il 21 novembre 2011 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="200" width="600" alt="ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action >> LoSpazioBianco" class="aligncenter size-full wp-image-39745" />

Trasmigrare la carta nella pellicola senza ricorrere al disegno e anzi pretendendo che sia incarnato da attori, ridistribuire la divisione spaziale della tavola disegnata in una scansione sull’asse temporale attraverso il montaggio cinematografico, conservare o meno elementi caratteristici del medium di provenienza senza perdere di vista quello di destinazione. Mica facile.
Eppure ci sono diversi adattamenti che per varie ragioni potevano entrare in questi Essential 11. È stato penalizzato chi ha lavorato meno sul linguaggio e chi è stato meno fedele allo spirito dell’opera adattata, ma sono stati esclusi anche casi di fedeltà plateale come Watchmen o tentativi avveniristici di fare un calco della pagina su schermo come Sin City. Perché, alla fine, in una scelta dei migliori undici titoli, da tutto il mondo, deve contare anche la qualità del film e la sua rappresentatività di una certa scuola o nazione. In questo difficile equilibrismo, si è cercato di privilegiare un discorso sul senso della trasposizione evitando però di indicare titoli poco felici.

Così tra American Splendor e Ghost World, entrambi buoni indie movie americani, si è preferito il primo perché più interessato a questioni linguistiche, pur se il secondo è con tutta probabilità un film migliore. Allo stesso modo il pregevole Adèle e l'enigma del faraone o il discreto Kick-Ass, sono sembrati meno interessanti di altri titoli dalla provenienza simile e dunque sono rimasti fuori.

Infine ha posto un problema unico Iron Man, in quanto capostipite delle produzioni Marvel dove, al di là della qualità dei singoli film, viene adattato per la prima volta al cinema un meccanismo narrativo pressoché unico del mondo del fumetto e possibile solo in presenza di più serie ambientate nello stesso universo: i tie-in e la costruzione di una continuity comune, con tanto di sbocco finale nell’annunciato film evento Avengers. La cosa però è tanto interessante quanto anomala e pressoché estranea a un discorso sui singoli titoli come richiesto da una top 11, dunque – in assenza di capolavori tra i film prodotti dalla Marvel – ho preferito risolvere l’anomalia in questo cenno introduttivo.

Data la difficoltà dello stilare la classifica, vorrei infine concedere l’onore delle armi agli adattamenti rimasti sul campo di battaglia, sconfitti con onore (oltre ai già citati): Spider-Man 2, X-Men 2, Dick Tracy, Batman, Batman Begins e Il cavaliere oscuro, il giapponese Solanin, il francese Vampirella e l’inglese Tamara Drew . Scusandomi poi con chi non è stato vinto nell’agone, ma è caduto vittima della mia memoria o della mia ignoranza. Spero questi ultimi siano stati pochi.


Lady Snowblood di Fujita Toshiya (1973)

ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="234" width="260" alt="ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-39732" />Il manga di Kazuo Koike e Kazuo Kamimura su una bella assassina motivata da una vendetta pura come la neve, sublima in una rielaborazione impeccabile, capace di mantenere l’eleganza e la solennità dello stile così come la brutalità delle situazioni. Scemano alcuni degli elementi più erotici ma il riordino degli episodi raccontati nel fumetto rende il racconto ancora più compatto e coerente, trovando inoltre un finale definitivo e fortemente politico. L
’originale infine è omaggiato direttamente in una sequenza dove la diffusione via stampa della leggenda di Lady Snowblood è rappresentata dalle tavole del manga.
Nonostante la conclusione apparentemente netta, ne fu realizzato un sequel, a sua volta notevole ma scollegato dal fumetto.
Il film ha inoltre ispirato Kill Bill di Quentin Tarantino.

Lady Snowblood @IMDb

 

Scott Pilgrim vs. The World di Edgar Wright (2010)

ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="251" width="248" alt="ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-39733" />La saga in sei volumi di Bryan Lee O’Malley risulta compressa nella durata cinematografica e così si perdono per strada alcuni tra i passaggi più metafisici e legati al romanzo di formazione.
D’altra parte è miracolosamente mantenuto il gusto pop del fumetto, che frulla i più vari riferimenti culturali. Scott Pilgrim deve forse combattere un po’ troppo, ma ogni scontro fa uso d’invenzioni di messa in scena, privilegiando gli elementi musicali assenti ovviamente in origine e amplificando i riferimenti videoludici. L’uso di onomatopee e split screen si coniuga con un’applicazione del tutto antirealistica della computer graphic, in grado di riportare nelle scene dal vivo il dinamismo del disegno.
Ci avevano già provato i Wachowski con Speed Racer, ma se la loro era un’operazione quasi gelida Scott Pilgrim vs. the World ha invece cuore da vendere.

Scott Pilgrim vs. The World @IMDb

 

Batman - Il ritorno di Tim Burton (1992)

ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="318" width="260" alt="ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-39734" />Mentre impazzava il grim and gritty sui comics americani, in larga parte proprio a causa del Batman di Miller e dell’oscurità del primo film, Burton reinventa completamente se stesso e l’intera Gotham. La città si fa quinta teatrale di un kitsch a tratti gotico e a tratti molto colorato e ne viene un ibrido tra la pellicola precedente, il Batman televisivo e camp con Adam West e la più personale poetica freak del regista di Burbank.
Una reinterpretazione che fece storcere il naso a chi allora credeva che i supereroi stessero diventando grandi e seri e così andassero presentati al grande pubblico (gli stessi che 16 anni dopo esalteranno Il cavaliere oscuro nonostante una sceneggiatura con più crateri della luna).
Eppure Batman è anche questo e il film di Burton rimane l’adattamento supereroico più d’autore e il miglior titolo dell’intero sottogenere.

Batman - il ritorno @IMDb

 

Gainsbourg (vie héroïque) di Joann Sfar (2010)

ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action
> LoSpazioBianco" />Caso pressoché unico di fumettista che adatta se stesso (l’altro è Miller e forse lo seguirà Millar), Sfar non perde sullo schermo un grammo della propria acuta intelligenza, della coscienza di questioni indentitarie nazionali e razziali, né del proprio talento visionario.
Così le apparizioni di un alter ego dalla gigantesca testa di cartapesta, spiazzano ma non rompono l’incanto di un film vagamente surreale anche nei suoi passaggi più realistici, sostenuto da una gran colonna sonora e costruito con un sapiente gioco di ellissi.
Sia il film sia il fumetto sono inediti nel nostro Paese. Vergogna!

Gainsbourg @IMDb

 

American Splendor di Shari Springer Berman e Robert Pulcini (2003)

ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="253" width="260" alt="ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-39738" />Realizzato per la cable Tv Hbo e presentato al Festival di Cannes, American Splendor confonde i piani della finzione con quelli della biografia, come lo stesso fumetto di Harvey Pekar che gli dà il titolo.
La pellicola infatti passa da sequenze di fiction con Paul Giamatti nei panni di Pekar a passaggi documentari con il vero Pekar, entrando e uscendo dalle quinte del teatro di posa e dalle pagine del fumetto in un continuo alternarsi di registri.
Ne viene probabilmente l’adattamento più puro, forse troppo cerebrale ma capace di trasporre con invidiabile lucidità sia la forma e il linguaggio sia lo spirito – sovente amaro – dell’opera di una vita.

American Splendor @IMDb

 

Diabolik di Mario Bava (1968)

ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="205" width="255" alt="ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-39739" />Noto all’estero come Danger: Diabolik, è il film più costoso di Mario Bava e probabilmente il suo maggiore cult a livello internazionale, al punto da divenire negli anni un vero e proprio fenomeno pop, citato nel video Body Movin’ dei Beastie Boys, in CQ di Roman Coppola e da Grant Morrison nei New X-Men, dove il personaggio di Fantomex ne riprende il costume bianco.
Coloratissimo tanto quanto il fumetto delle sorelle Giussani è nero, Diabolik è forse anche l’adattamento meno fedele tra i citati, soprattutto per il marcato indebolimento del personaggio di Eva.
Eppure non importa, perché trascende la fedeltà alla singola opera di riferimento per ricreare, nelle scenografie e nelle inquadrature, un mondo eccessivo come potrebbe esistere solo in un fumetto. Memorabile poi la warholiana sequenza dell’identik di Eva.

Diabolik @IMDb

 

Hulk di Ang Lee (2003)

ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="300" width="202" alt="ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-medium wp-image-36923" />Il controverso adattamento del Gigante di giada scontenta i fan, buona parte della critica (soprattutto americana) e il pubblico, ma in realtà è tra le trasposizioni più intelligenti e complete possibili del genere supereroico. Se da un lato Lee gioca con la forma del fumetto nell’uso a tratti virtuosistico del multiscreen, che arriva a comporre e poi spostare in blocco come un lettore che gira la pagina, allo stesso tempo rende giustizia alla complessità e alle tensioni edipiche che attraversano Bruce Banner.
Con grande coraggio mette in scena un confronto padre-figlio quasi da teatro metafisico, in una quinta buia illuminata solo da un raggio di luce arredata da una sedia e qualche cavo. Pure nel finale evita la convenzione della scazzottata per uno scontro che trascende i semplici superrpoteri e fa dei personaggi vere e proprie forze mitologiche. Poi l’impasto tra i vari registri, dall’action più giocoso al melodramma, a volte risulta in una giustapposizione poco fluida, ma l’ironia e la tragedia sono gli elementi propri della miglior gestione del personaggio, la run di Peter David. Purtroppo dopo Ang Lee arriveranno negli adattamenti Marvel mestieranti con poca personalità. Attendiamo un’inversione di tendenza.

Hulk @IMDb

 

Old Boy di Park Chan-wook (2003)

ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="285" width="240" alt="ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action >> LoSpazioBianco" class="alignright size-full wp-image-39740" />Rispetto al manga di Nobuaki Minegishi e Garon Tsuchiya, il film di Park asciuga la vicenda, la innerva di eco edipiche – pur mantenendo il ricorso all’ipnosi come motore narrativo – e trova un finale ancora più diabolico.
Formalmente, poi, carica le situazioni e la messa in scena in un virtuosismo tutto cinematografico, che però trova una memorabile sequenza dove batte in bidimensionalità lo stesso materiale d’origine. Ci si riferisce ovviamente al combattimento nei corridoi del palazzo, inquadrato interamente da un carrello laterale che appiattisce le figure e l’azione accentuandone così l’iperbolica irrealtà.

Old Boy @IMDb

 

A History of Violence di David Cronenberg (2005)

ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="233" width="260" alt="ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-39741" />A Cronenberg interessa poco la questione di adattare le proprietà linguistiche originali in un altro medium (vedi alla posizione 11), d’altra parte il fumetto di John Wagner e Vince Locke era una storia di vendetta dai toni pulp come tante altre.
Spesso è proprio da opere mediocri che nascono i capolavori e qui la regia rappresenta la violenza mostrandone nel dettaglio gli effetti sul corpo, senza virare in uno splatter grottesco e risultando invece in un elemento fortemente perturbante, in linea con il discorso sul corpo che attraversa la poetica del regista.
Il tutto è poi pervaso da una vena ironica assente in origine e quasi lynchiana, soprattutto nelle figure eccessive ma non banalmente ridicole dei villain, dal guercio Ed Harris al loquace William Hurt.

A History of Violence @IMDb

 

Annie di John Huston (1982)

ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="174" width="275" alt="ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action >> LoSpazioBianco" class="size-medium wp-image-36905 alignright" />Più che un adattamento della striscia di Harold Gray, pubblicata dal 1924 al 2010, è una trasposizione del musical di Broadway del 1977.
Cult della cinematografia per ragazzi, con canzoni dall’indimenticabile tormentone come Tomorrow tomorrow/I love you tomorrow/you are only a day away, vanta un cast che trasuda divertimento a partire da Albert Finney nel ruolo di Daddy, fino a Carol Burnett e Tim Curry nella parte dei cattivi fratelli Hannigan.
Del fumetto, Huston mantiene il piglio satirico, la povertà esibita con tanto di alcolismo e alcuni riferimenti sessuali decisamente poco Disney.

Annie @IMDb

 

Cronache delle imprese dei ninja (Ninja bugei-cho) di Nagisa Oshima (1967)

ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="326" width="209" alt="ESSENTIAL 11: Andrea Fornasiero e gli undici miglior adattamenti live action >> LoSpazioBianco" class="size-medium wp-image-36906 alignleft" />Cronenberg, di fronte alle perplessità dei critici per il suo adattamento del Pasto Nudo di Burroughs, rispondeva che l’unica trasposizione davvero fedele di un romanzo – qualunque romanzo – sarebbe inquadrare le pagine e lasciare che lo spettatore legga. Una provocazione, ovviamente, cui però si era avvicinato anni prima Nagisa Oshima quando aveva letteralmente inquadrato le vignette del grandissimo Sanpei Shirato (autore che quando sarà seriamente in Italia per intero sarà sempre troppo tardi).
Oshima evita di presentare la costruzione della tavole e sceglie invece di concentrarsi sulle singole vignette ingrandendone a volte alcuni dettagli. Fa poi un uso contenuto della voce off, alternandola alle didascalie. Aggiunge infine la musica, principalmente il battere dei tamburi, e i suoni – il soffiare del vento – e lavora attentamente di montaggio per dare ritmo alla sequenza di immobili disegni.
Il risultato è affascinante ed efficace, tanto che sarà parzialmente ripreso in una sequenza di Lady Snowblood, a chiudere il nostro cerchio. Soprattutto, quello di Oshima, è il più sentito omaggio offerto dalla settima alla nona arte.

Cronache delle imprese dei ninja @IMDb


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