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I.road to Guantanamo
questo film ci fa vedere a che punto siamo arrivati. punta il dito contro di noi, ci mostra il livello di dis-umanizzazione che abbiamo toccato (o che stiamo toccando e che, sicuramente, abbiamo già toccato); ce lo indica soltanto, non va alla ricerca del colpevole o, foss’anche, del capro espiatorio. mette in evidenza come sia facile, oggi, scivolare nell’animalesco, ma nemmeno: nel sub-umano, nell’in-umano. lasciarsi accecare dalla bramosia di violenza come se questa fosse l’unico verbo che conosciamo, e far saltare in aria altri uomini, torturarli (la scena con la tanica di benzina), privarli della loro dignità.
II.Allah sa e voi non sapete
l’anonimo, silenzioso, sordo protagonista di quest’opera fugge come un animale cacciato dal branco, che è più forte, più coeso, più organizzato. è un mediorientale (verosimilmente afghano) catturato dopo aver fatto esplodere dei soldati USA e evaso durante un incidente di trasporto: ora è in una terra straniera (la Polonia del regista?), invasa dalla neve e dal freddo, impaurito e ferito e per questo incapace di ricevere solidarietà. è solo e ha nostalgia di casa sua, di sua moglie, di suo figlio. ora può solamente sopravvivere, in una esasperata rievocazione delle cacce primordiali. senza il suo beneamato dio ad aiutarlo.
III.la cognizione del dolore
non è il suo territorio, non ha posto in cui rifugiarsi, è straniero in una terra lontana, non riesce a comunicare e non riesce nemmeno a sentire- per via della sordità- e, proprio in questa radicale condizione di caducità, apparirà la chiave per ritrovare l’umanità ormai perduta: l’incontro con una donna sordomuta che, come lui, non può comunicare, riaccenderà le scintille di comprensione, compassione, misericordia. si ricorderà di essere ancora un uomo; per poi andarsene per sempre, forse- finalmente- in serenità.
titolo originale: Essential Killingun film di Jerzy Skolimowski2010
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