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Essenzialismo da bar

Da Femminileplurale
Yue Minjun,

Yue Minjun, “The massacre at Chios”

Ho letto quest’articolo pubblicato da Dol’s di Antonio Turi. L’articolo afferma che dato che le donne avrebbero “vinto la guerra” contro la società (patriarcale) a livello legislativo, ora dovrebbero “vincere la pace” ovvero costruire nuovi schemi mentali, cambiare mentalità. Tralasciando il fatto che l’unico trofeo che viene mostrato come grande conquista delle donne è la legge relativa all’adulterio (sigh!), legge modificata tra il 1968 e il 1969 (forse l’autore non è informato delle altre due o tre cosette venute dopo), il messaggio è chiaro: è necessario un grande cambio di mentalità. Ma la mentalità di chi? Delle donne, ovviamente. Donne, dovete accettare il pensiero maschile ed adeguarvi ad esso. Niente di nuovo insomma.

L’autore afferma che siccome l’uomo ha il pene e la donna la vagina allora è evidente che pensano in due modi diversi. Il fatto che siano biologicamente della stessa specie, o che un essenzialismo di genere posto in termini così assoluti e incontrovertibili sia privo di senso, non intacca minimamente le convinzioni dell’autore che, manco a dirsi, accetta questo fatto senza fornire alcuna prova, dimostrazione, spiegazione. Ovviamente non viene nemmeno lontanamente considerata la possibilità di ascrivere tale differenza di pensiero al piano culturale, che ha contribuito a formare e costituire le identità di genere nel corso dei secoli.

Purtroppo per noi l’autore non i illustra quali siano i caratteri di questo fantomatico pensiero maschile, ma ci dice solo che è diverso dal maschilismo, ma che le donne lo devono accettare. Senza contare che molti e molte hanno considerato maschile il pensiero in generale, ovvero la capacità logico-razionale, la modalità dimostrativa e il pensiero astratto. Ma evidentemente dai contenuti dell’articolo ci sembra che l’autore no, non conosca i sopracitati aspetti del comune pensare. No, non si tratta di questo.  Di cosa si tratta? Che ai maschi piace il calcio e alle femmine i trucchi?

Fatto sta che è assolutamente indispensabile prendere atto di questa insanabile differenza di pensiero. Ecco cosa dice il

Yue Minjun,

Yue Minjun, “Marylin, Rouge No 3″

Turi: “un uomo e una donna vedranno sempre le cose in modo molto diverso e che questa diversità va non solo accettata, ma può perfino diventare uno strumento di crescita, significa magari liberarsi di questa idea di voler educare gli uomini a una forma di pensiero che è e gli sarà per forza di cose sempre estranea.”

Insomma, femministe, voi pensavate sul serio che il maschilismo fosse un prodotto culturale della società patriarcale, che potesse essere modificato con dialogo, ascolto, lavoro culturale? Illuse. Ma non è tutto, il Turi vi spiega anche perchè i maschi vi/ci odiano. Ecco qui: “Molto del fastidio epidermico che il mondo maschile prova nei riguardi del movimento femminista, oggi, non dipende da un maschilismo più o meno nascosto o consapevole, ma dall’incapacità del movimento femminista o di molte femministe di accettare l’esistenza di un pensiero maschile e dal fatto che troppe espressioni di questo modo di vedere vengono bollate come maschiliste.”  Ecco perchè gli uomini pensano che tutte le femministe sono brutte e cattive, perchè li vogliono educare  e loro non vogliono, vogliono essere maschi, rotolarsi nel fango e dedicarsi con i propri simili a ritualità di tipo apotropaico.

L’articolo si chiude con un grande consiglio e una chiara indicazione di metodo: qua bisogna smetterla di scassare il maschio e “pretendere di decidere come deve o come non deve essere” (?!?), ma bisogna “educare le donne ad approfittarsi della libertà conquistata”. Se non vi fossero bastati secoli di “educazione” ve ne da un poca anche il signor Turi.

Quello che mi chiedo è perchè in quando si affrontano questioni o problemi legati ad altri ambiti del sapere e della ricerca è necessaria una certa preparazione (penso all’economia, alla filosofia, all’ingegneria aerospaziale)  mentre quando si affrontano “questioni di genere” non solo non è richiesta alcuna preparazione ma non ci si aspetta nemmeno che se ne abbia una. Con ciò non è mia intenzione zittire qualcuno, per carità, ma solo fare presente che il dibattito è perfortuna molto più profondo di quello presentato qui, ci sono persone che hanno studiato seriamente, che la questione posta in questi termini è ridicola e che magari prima di lanciarsi verso lidi concettuali sconosciuti una ricerchina su Google o su Wikipedia non farebbe male. Se no sembra di essere al bar.


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