Non faccio riferimenti a fatti o persone perchè ho capito di avere a che fare con gente veramente permalosa, ma ho bisogno di scriverci su.
Il grande dilemma della mia vita è questo: conta più essere brutalmente onesti o ipocritamente carini?
Qualcuno potrebbe dirmi: perchè non essere onesti senza il brutalmente?
Perchè a volte, per dire certe cose, il brutalmente è d'obbligo. Come fai a dire ad una persona che un suo lavoro è sciatto senza essere brutale?
Come fai a dire ad una persona che ciò che sta facendo lo sta facendo male senza offenderla? Io proprio non lo so. E del resto, mi sentirei disonesta a dire a qualcuno il cui lavoro è davvero penoso qualcosa come "no, suvvia, carino".
Non si fa, non è giusto.
Quando io faccio qualcosa male, pretendo che mi venga detto, senza indorarmi la pillola.
Io preferisco il brutalmente all'ipocriticamente, sarò strana, vabè, ma non posso cambiarlo. O meglio, non voglio cambiarlo. Generalmente sono ipercritica nei miei confronti e se individuo un difetto faccio di tutto per migliorarlo, ma questo io non lo vedo come un difetto, proprio no.
Ancora una volta vince la forma sulla sostanza, e questa è un'ingiustizia che io non riesco mai a mandar giù.
Come quando al liceo fra l'ignavia di alcuni miei compagni e la mia mania per il rispetto delle regole venne scelta l'ignavia.
Come quando nel comitato fra le idee centralizzanti e fasciste di alcuni e le mie idee riconosciute come buone ma additate perchè "espresse con violenza" vennero scelti i fascisti.
Ed ora di nuovo: non importa ciò che dico, la gente si ferma alla ferita dell'orgoglio, non è disposta ad andare oltre.
Forse dovrò cambiare, dovrò iniziare ad indorare pillole anch'io, a dire massì va bene così quando in realtà penso ma che schifezza è mai questa.
O forse sono solo condannata ad essere la "maleducata" di turno. Bo.