Non importa chi sei, importa solo una cosa: sei quello che mangia o quello che viene mangiato?
Questa è la domanda, caro Amleto. Ed essa mi martella incessantemente la testa, da quando sono nato. Non so chi è il Giocatore che mi comanda, ma so perché sono qui, in questo labirinto. L’universo è unidimensionale, non puoi decidere quale sarà il tuo destino tra le sue pareti blu, ma puoi decidere quale fine farai.
Se mangiare o essere mangiato. Che il tuo ambiente si chiami savana o circolo polare artico, che tu sia un leone o una gazzella o un pinguino, sei comunque, amico mio, nel grande gioco della vita. Aprire e chiudere la bocca. Una volta tocca a te, una volta tocca a loro.
Ogni giorno il sole nasce e tramonta tra queste pareti, ogni giorno io percorro i corridoi disseminati di frutta, fragole, arance, mele, acini d’uva, campane, chiavi…la mitica chiave. Ma non farti ingannare, fratello. Prendi pure la chiave, pensi di aver capito tutto, pensi che adesso aprirai la porta, l’ultima porta dell’albergo, nell’ultimo piano, nell’ultimo livello, la stanza 256.
La leggenda narra che nessuno è mai riuscito ad aprire la 256. Il Giocatore non lo consente. Queste sono le regole del Gioco. Ed il Gioco crea il Giocatore, non il contrario.
Ma io ce l’ho fatta…
Io ho visto. Io ho ucciso milioni di fantasmi, ingurgitato miliardi di pillole nel loro fottuto labirinto, ho deglutito chili di fruttosio e sono arrivato fino in fondo, sì.
E dietro la porta, dietro la porta 256…
Funzione…terminata…
Bug…Errore…
Mangiare o essere mangiato.
Non farti altre domande.
Non aprire altre porte.
Sei nato per essere Pacman.