Magazine Bambini

Essere pronti, sempre!

Da Bartleboom
Essere pronti, sempre!Nella scuola materna di mio figlio ci sono 25 bambini. A quanto dicono le maestre solo sei di loro sono già pronti per cominciare l'anno prossimo la scuola elementare. Gli altri no, sia per motivi comportamentali che di capacità. Sono certo che anche il mio sia fra i venti bambini non ancora "pronti". Non credo per motivi comportamentali, dato che lui è sempre molto silenzioso e fin troppo timido, ma perché ancora manca di capacità di sintesi, di proiezione delle sue fantasie in termini concreti: quando disegna fa un solo tipo di disegno, una casa con un albero secco e altissimo, un bambino accanto, un sole. Il classico disegno da bambino, ma replicato all'infinito. Adesso che ha aggiunto un secondo tema, un castello con le torri e le bandierine sopra, ci sembra già un progresso entusiasmante. Così con le storie che gli leggiamo. Vuole sempre le stesse, ripetute fino ad impararle a memoria, perché questo è il vero gioco che ama, ripeterle. E poi non si esprime con quella capacità di linguaggio che sarebbe gradita a chi lo vorrebbe pronto per le elementari.Immagino che un bambino "pronto" per le elementari debba essere un bambino già capace di una qualche sintesi, di riassumere le storie, di inventare rime alle filastrocche (il mio è negato, proprio un blocco), oltre che di comportarsi a modo, dire buongiorno alla maestra quando si entra in classe, fare la pipì solo durante l'intervallo, saper stare a sedere in silenzio mentre la maestra legge una storia
Intanto intendiamoci: le maestre di mio figlio sono bravissime, hanno saputo stimolare i bambini in mille modi, li hanno fatti divertire e imparare un sacco di cose, gli hanno messo a disposizione strumenti efficaci e preziosi per la loro crescita. Non vorrei altre maestre che loro, e sono felice del fatto che saranno anche le maestre dell'ometto piccolo che l'anno prossimo entra alla scuola materna.Ma io mi chiedo: perché a questa età un bambino dovrebbe già essere pronto per qualcosa? Già al nido ti dicono che quando poi andrà alla scuola materna dovrà abituarsi a nuovi ritmi, nuove regole. E poi quando arrivi alle elementari ormai se non sai già scrivere e leggere sei quasi out.Io certi pomeriggi vedo il mio ometto grande girare per la casa con il suo aeroplanino di carta a simulare un volo sulle ali di pensieri che sono dentro di lui, in una specie di ozioso gironzolare, di gambe e di testa. E mi dico che ne dovrei forse essere preoccupato.Poi penso che nelle sua vita sono già rimasto l'unico che gli può concedere il tempo e lo spazio che vuole. Senza chiedergli ogni minuto della sua giornata di crescere ancora un po'.

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog