Jeff Lemire è uno dei giovani autori dotati di maggior talento della nuova generazione nord americana. È stato il creatore di Sweeth Tooth, una delle serie più apprezzate fra quelle pubblicate dall’etichetta Vertigo della DC Comics negli ultimi anni.
Attualmente gestisce, tra le altre, la nuova serie di Animal Man e ha il merito di averla riportata ai livelli della run di Grant Morrison.Lemire è canadese e tale origine è da tenere ben presente nell’analisi di Essex County, graphic novel vincitrice di vari premi, pubblicata nel 2008-2009 dalla Top Shelf, che ha lanciato l’autore nel fumetto mainstream americano e che la Panini Comics presenta per la prima volta in Italia sotto la nuova etichetta editoriale 9L.
Infatti, come ricorda Darwin Cooke, altro autore canadese, nella prefazione al volume, Lemire e Bryan Lee O’Malley (creatore di Scott Pilgrim) sono le due personalità dotate di maggior talento che sono nate sulle spalle della golden age canadese della fine degli anni ‘90 e che ha portato alla ribalta internazionale il genere autobiografico grazie a autori come Seth, Chester Brown e Joe Matt.
Essex County è una storia di oltre 400 pagine che si dipana attraverso tre racconti, pubblicati in origine in altrettanti volumi: I Racconti della Fattoria, Storie di Fantasmi e L’Infermiera di Campagna. Protagonisti sono una serie di personaggi di varie età, legati tra loro da vincoli di parentela o da legami non immediatamente comprensibili, ma che acquistano significato all’interno del quadro complessivo dell’opera. Questi personaggi, gente comune che vive nella contea di Essex, in Ontario – Canada, luogo dove è realmente cresciuto l’autore e che egli reimmagina, assurgono al ruolo di protagonisti o comprimari scambiandosi le parti nello svolgimento dei tre racconti.
I tre libri sono parti di un unico affresco, ma mentre i primi due capitoli sono dotati di una loro particolare autosufficienza, seppur parte di un intreccio completo e sottile, la terza parte si esprime con minore indipendenza, costretta dalla necessità di chiudere le varie trame della storia. Diverso sarebbe stato se Lemire, forse libero dalle pressioni della casa editrice e com’era sua prima intenzione,
fosse riuscito a integrare nel terzo libro i due racconti presentati come storie brevi in appendice al volume, in modo da donargli la stessa autonomia dei precedenti.Lemire in questo suo romanzo grafico riesce a far sì che l’opera, comunque imponente come numero di pagine complessivo, abbia una scorrevolezza che porta il lettore a seguire con naturalezza e senza difficoltà i continui passaggi dal presente al passato e dal mondo reale a quello di fantasia attraverso i quali il racconto si muove.
Grazie a una padronanza del medium rara in fumettisti della sua età, l’autore, poco più che trentenne quando ha realizzato Essex County, racconta le esistenze spesso non facili dei personaggi, con una chiara conoscenza dei sentimenti che provano e delle sfide che la vita pone loro davanti. La vena autobiografica è sicuramente presente nell’opera, a che livello non è facile sapere senza conoscere la vita del suo creatore, ma egli ha il dono di non gravare il lettore con l’obbligata visione egocentrica della propria tristezza o infelicità.
La prefazione indica una forte vena sentimentale attraverso l’opera e la malinconia, il senso di sconfitta e il dolore nel costatare l’incapacità di cambiare l’andamento della propria esistenza, stati d’animo che si rincorrono tra le pagine, sono ben gestiti.
Il tratto grafico di Lemire è particolare e il suo segno apparentemente sporco, stilizzato e a prima vista estemporaneo e arrangiato, quasi una sorta di storyboard, cela invece uno studio delle inquadrature e delle sequenze narrative che derivano sicuramente dagli studi di cinema da lui fatti prima di intraprendere la carriera di fumettista.
La scelta dei toni di grigio per evidenziare le sequenze riportate alla memoria dei personaggi, all’interno di un quadro generale denotato da forti campi di bianco e nero, così come la capacità di narrare eventi dilatati temporalmente attraverso la semplice rappresentazione di un album che raccoglie fotografie, lettere epistolari e ritagli di giornale, fino all’uso ripetuto del primo piano che stringe sempre di più sugli occhi di un personaggio per segnare il passaggio tra sequenze temporali diverse, sono elementi che denotano padronanza della narrazione per immagini e che contribuiscono al fiorire nel lettore degli stati d’animo volutamente ricercati dall’autore.
Le tre parti di Essex County sono accomunate da due assenze e da una presenza che sintetizzano la cifra di quest’opera. La prima assenza è quella delle parole, di dialoghi lunghi, riflesso dell’incapacità dei personaggi di relazionarsi tra loro e conferma che le tavole disegnate sono dotate già di un linguaggio chiaro al quale le parole non aggiungerebbero niente.
L’altra assenza, che aleggia in tutta l’opera e che i vari personaggi cercano di colmare a modo loro, è quella di un padre, di una figura di riferimento che la vita non ha mai donato, che ha portato via troppo presto o che cela e non sa restituire completamente: anche questa una citazione autobiografica?
Infine la presenza,costante, quella di una cornacchia: il tracciato dei suoi voli, evidenziato graficamente con una linea, sembra cucire insieme tutte le storie, quasi a far intuire quanto sia stretta la connessione tra i vari personaggi. È una sorta di presenza esterna, un’osservatrice, specchio forse del lettore che può solo assistere alle vicende, messe sulla scena dall’autore, senza mai intervenire. O, come suggerisce la chiusura della vicenda principale dell’ultimo libro, forse sì.
Abbiamo parlato di:
Essex County – I Fantasmi della memoria
Jeff Lemire
Traduzione di Leonardo Rizzi
Ed. Panini Comics – 9L, 2013
512 pagine, brossurato, bianco e nero – € 29,00
ISBN-10: 8863047146
ISBN-13: 978-8863047141
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