Ultimo giorno di primavera e domani primo giorno d'estate.
E questo è forse il dipinto che più parla di estate.
Più di paesaggi al mare e di carni nude.
Parla dell’abbandono, della improvvisa stanchezza e del senso di protezione che il caldo dell’estate portano con sé.
Assopirsi all'ombra, nel caldo di un pomeriggio d'estate sembar quasi farci rientrare nel tepore del grembo materno, dove si nuota, fra veglia e sonno, consapevolezza e incoscienza, assenza del senso del tempo, palpebre pesanti e carezza del vento caldo.
Giallo di grano, una spiga fra le mani, ombra di un cappello di paglia, un accennato rumore di fiori, una eco di rosso e verde, ma sopita, lontana.
che anche troppi colori possono svegliarti.
E nessuno vuol fare altro che stare così, cullato dall'eterno pomeriggio, dall'eterno caldo, dall'eterno smarrirsi.