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Estendere il sistema elettorale dei Comuni al Parlamento Nazionale
Creato il 24 marzo 2013 da VeritaedemocraziaAl Senato, nel quale la maggioranza assoluta dei membri verrebbe attribuita al partito o alla coalizione espressione del Presidente del Consiglio vincente ed unico organo legislativo del quale il Governo dovrebbe mantenere la fiducia, andrebbero assegnate competenza esclusiva sulle materie specifiche di governo quali, ad esempio, politica estera e di difesa, sicurezza, bilancio, economia e finanza, istruzione, sanità, ambiente. Invece la Camera dei Deputati, da eleggere con un sistema proporzionale puro, terrebbe per sé le funzioni di indagine, di controllo (la commissione sui servizi segreti, le commissioni di inchiesta sulla mafia, la commissione di vigilanza sulla RAI), di interpellanza degli organi di Governo, di concorrere o di averne il potere in via esclusiva per quanto attiene l'elezione degli organi costituzionali e di garanzia (il Presidente della Repubblica, i membri della Corte Costituzionale e del CSM, i membri della authorities), il potere di sottoporre all'eventuale esame della Corte Costituzionale, su richiesta di un numero significativo dei suoi membri, i provvedimenti legislativi, il potere di proposta legislativa e di esaminare le leggi di iniziativa popolare, il potere di partecipare alla funzione legislativa per quanto attiene ai diritti civili e di libertà (ad esempio per tutta la materia dell'informazione), le modifiche costituzionali e le regole di sistema. Ovviamente a fronte di questo schema così rudimentalmente descritto andrebbero valutate e definite ulteriori decisive fattispecie quali la titolarità del potere di sciogliere le Camere e indire nuove elezioni o l'eventualità di dimissioni volontarie o di impedimento da parte del Presidente del Consiglio.
Fermo restando che queste riforme elettorali-costituzionali necessitano poi di essere accompagnate da ulteriori interventi legislativi sui costi della politica e sul finanziamento pubblico ai partiti (da riformare ma, a mio avviso, non da abolire), sull'attuazione legislativa della previsione costituzionale del necessario 'carattere democratico' di partiti e sindacati, sulla moralizzazione della vita pubblica e sulle regole di ineleggibilità / incompatibilità (anagrafe patrimoniale dei candidati e degli eletti, carichi penali pendenti, norme sul conflitto di interesse, divieto di mantenere incarichi politici plurimi, numero massimo di mandati elettivi, abolizione o drastico ridimensionamento del potere di nomina politica degli amministratori delle società partecipate o controllate dallo Stato e dagli enti pubblici come RAI, municipalizzate o ASL), sulla massiccia immissione di pezzi di democrazia diretta nella vita istituzionale, la mia convinzione è che l'elezione diretta del Presidente del Consiglio, pur portando con sé il rischio di un ulteriore rafforzamento della personalizzazione della politica, rappresenti la migliore soluzione possibile. Perché dentro il contesto delle istituzioni democratiche rappresentative (questo è il meglio di quello che ci ha trasmesso, come sistema di governo, la storia!) garantirebbe efficienza e trasparenza nella governabilità, perché il bicameralismo imperfetto così come descritto rappresenterebbe una sufficiente tutela da colpi di mano costituzionale sempre possibili, come dimostra il ventennio berlusconiano, con il maggioritario puro, perché le elezioni a doppio turno a differenza di quelle a turno unico non comportano la prevalenza ineluttabile del centro ma lasciano aperta la strada a scelte inaspettate e radicali (un caso per tutti quello dell'elezione di De Magistris a sindaco di Napoli) e nel ballottaggio finale danno la possibilità ai cittadini di scegliere in modo trasparente e diretto ciò che preferiscono o ritengono meno peggio. Sulla demonizzazione poi della personalizzazione della politica bisognerebbe riflettere sulle vicende recenti del Sud America dove proprio dei Presidenti eletti dal popolo – Chavez, Morales, Lula, Mujica, Correa – hanno consentito il prevalere di istanze socialiste o popolari.
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