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Carl Gustav Jung, delineanò in uno dei suoi seminari un esercizio psicologico in cui l’uomo si immaginava capace di esternare ogni sua parte, sì da poterla considerare fuor di sé, da poterle ordinare «Pensa!» o «Sorridi!»… come un regista a una pluralità di attori.
Nello stesso tempo egli cessa di essere un io che si rappresenta a se stesso, per diventare il vuoto.
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